Comitato Strada Parco: “Una decisione bastarda”

Il Consiglio di Stato conferma lo stop ai bus in attesa del termine dei controlli ma imtroduce una garanzia fideiussoria di 50mila euro al mese

Comitato Strada Parco: “Una decisione bastarda”

Continuano i ‘colpi di scena’ nell’intricatissima vicenda che riguarda la Strada Parco che collega Pescara e Monteslvano. Ancora una volta sono le carte di giustizia a fornire indicazioni su sviluppi inaspettati e imprevisti: infatti, il Consiglio di Stato ha sì confermato lo stop ai bus elettrici -come già stabilito dal Tar di Pescara - in attesa del termine dei controlli, ma contestualmente ha introdotto l'obbligo di una garanzia fideiussoria da 50mila euro al mese fino alla fine del contenzioso.

Il Comitato Strada parco non può pagare: «Semplicemente irricevibile la pretesa di una fideiussione di 50mila euro mensili (senza termine certo di scadenza) a beneficio di una stazione appaltante che ha promesso alla cittadinanza di avviare in esercizio a stretto giro l'impianto filoviario finanziato dal Cipess nel 1995, a ristoro dei danni potenziali procurati (non certo dal Comitato) all'inquinamento atmosferico e alla vendita dei titoli di viaggio conseguenti al mancato instradamento temporaneo di bus elettrici in via sperimentale». E poi: «Da quando in qua i cittadini devono pagare i danni patiti dal pessimo agire della Pubblica Amministrazione gravemente inadempiente nel caso di specie? Bel modo di applicare la legge. Il Consiglio di Stato ha sancito un principio molto pericoloso, che vieta ai cittadini comuni il libero accesso alla Giustizia».

L'ordinanza lega il possibile risarcimento danni alla Tua «sia ai maggiori livelli di inquinamento derivanti dall'utilizzo di mezzi a gasolio (i bus elettrici stanno circolando altrove), sia ai minori introiti derivanti dal netto calo nella vendita dei biglietti». «È ingiusto che si tenti di attribuire al senso civico spontaneo di cittadini consapevoli mossi da autentico spirito di collaborazione con gli enti strumentali inadempienti la responsabilità dell'inquinamento dell'aria ovvero il mancato introito riveniente dalla vendita di titoli di viaggio di una linea di trasporto instradata arbitrariamente senza aver superato i collaudi dell'Autorità effettivamente competente ad eseguirli», conclude amaramente il Comitato rappresentato nelle parole e nei fatti da Ivano Angiolelli

Ora che accadrà?