L’abbattimento del “Ferro di Cavallo” é la soluzione?

La procedura di gara per demolire uno dei simboli del degrado e dell’illegalità nella città di Pescara é stata avviata. Tuttavia manca un piano per recuperare e strappare alla malavita tanti pescaresi

L’abbattimento del “Ferro di Cavallo” é la soluzione?

A fine novembre è partita la procedura di gara per l’abbattimento dello stabile N.15 dell’Ater, ubicato in via Tavo, meglio noto come “Ferro di Cavallo” per un importo complessivo di 1.214.014 €. Tutto questo, in seguito al trasferimento di 63 nuclei famigliari destinati a nuovi alloggi Ater, altri 9 in fase di trasloco; inoltre sono stati adottati 18 procedimenti di sfratto e 12 decadenze di assegnazione. Al netto di questa operazione, che dovrebbe riportare il quartiere, diventato simbolo di degrado e illegalità, a una condizione di civiltà e sicurezza, ci si chiede se si riuscirà a risolvere, almeno in parte, il ‘vero’ problema. Sono ormai decenni che molte famiglie rom-  ma non solo quelle di etnia romanì - gestiscono un ramificato mercato dello spaccio, con un atteggiamento di quasi impunità. A peggiorare le cose si è aggiunta, da ormai un paio di anni, la vendita al dettaglio del tristemente famoso “crack”. Purtroppo questo non ha fatto altro che rendere i prezzi più accessibili (una dose 5 €) e abbassare l’età di chi acquista, essendo l’assunzione più semplice, poiché fumare e meno complicato che iniettare. Noi di AbruzzoIndependent.it non abbiamo la soluzione in mano, per un problema così complesso, ma come abbiamo visto in quartieri più difficili, vedi Scampia, unire alla riqualificazione urbana, l’impegno di associazioni e gruppi che si organizzano per progettare e mettere in atto strategie di partecipazione collettiva, coinvolgere grandi e piccoli nella riappropriazione di spazi comuni, educare al gioco, all’artigianato, alla musica, alla danza, al teatro, al cinema, alla cucina, al riciclo…in sostanza all’inclusione sociale. Ma per tutto questo è necessario l’impegno di noi pescaresi, se vogliamo che la nostra città, tutta, torni alla vita.