Il Killer del ‘Bar del Parco’ in fuga coi cellulari di Cavallito e Albi

Le immagini delle telecamere di video sorveglianza sono inequivocabili: una trappola per vendicare conti in sospeso con qualcuno veramente pericoloso

Il Killer del ‘Bar del Parco’ in fuga coi cellulari di Cavallito e Albi

Da ieri circolano immagini delle telecamere di video sorveglianza che hanno immortalato le tragiche fasi dell’aggressione a colpi di pistola avvenuta all’interno del ‘Bar del Parco’ tra la Strada Parco e via Ravasco a Pescara. Da esse appare del tutto evidente che la vittima, Walter Albi (66) di Francavilla al Mare, e il ferito grave, Luca Cavallito (49) di Montesilvano, stessero aspettando qualcuno all’ora dell’aperitivo. Sul loro tavolo c’erano diverse pizzette ed entrambi erano seduti vicino e non l’uno davanti all’altro quando, intorno alle 20, da dietro la siepe del locale, entrambi vengono attinti da tre o quattro colpi di pistola alla schiena esplosi un killer sconosciuto che, pochi istanti dopo, ha fatto irruzione nel locale per concludere nel peggiore dei modi e senza alcuna pietà la sua ‘missione omicida’. Oltre ad altri colpi esplosi da distanza ravvicinata e col chiaro intento di uccidere, l’uomo, che indossava guanti in lattice ed un casco integrale, ha rubato anche i cellulari di entrambi che erano sul tavolo, coll’intento evidente di nascondere qualche conversazione compromettente. Un chiaro segnale, anche quest’ultimo, di evidente preparazione e premeditazione delucida di quanto è avvenuto. Dopodiché il killer vestito completamente di nero si è dato alla fuga e come testimoniato da alcune persone a bordo di uno scooter parcheggiato lì vicino in direzione via Vittorio Veneto e, poi, secondo alcuni media verso Montesilvano. Gli investigatori della Squadra Mobile di Pescara coordinati dal procuratore capo Giuseppe Bellelli stanno cercando di capire chi possa avere organizzato una simile azione definita senza mezzi termini di ‘stampo mafioso’ ma soprattutto capire quale sia il movente all’origine di questa incredibile pagina di cronaca nera che ha sconvolto l’area metropolitana Pescara-Montesilvano. Nessuna pista è esclusa, dalla vendetta per questioni economiche o altro, ma è chiaro che trattasi di ‘conti in sospeso’ con persone molto pericolose, probabilmente legate a qualche clan del sud Italia come la Società Foggiana o la ‘Ndrangheta, ed e’ questo che fa davvero paura. Il nostro territorio non è più un’isola felice da tempo e la prova sono anche le recenti indagini per riciclaggio venute a galla da investigazioni della Guardia di Finanza.