Maltrattamento di Fine Rapporto

Avere trent'anni nell'Era del Demonio (crisi economica e altro): speranze bruciate, sogni infranti ma la certezza di (r)esistere

Maltrattamento di Fine Rapporto

M.F.R. (MALTRATTAMENTO DI FINE RAPPORTO). Poi ti ritrovi, senza volerlo affatto, a fare un passo indietro. Un passo non voluto. Un gesto assolutamente mai considerato. Non per tuo volere -chiaramente! - ma tocca tornare indietro. E cosi ritorni a casa. Quella dei tuoi genitori. Dopo anni di lontananza e indipendenza. Torni a fare telefonate che non facevi da tempo. Quasi non ricordi come si fanno, e allora con voce insicura: «Mamma, stasera… non torno». Poi richiami. «Mamma torno, scusami, mi riporta Massimo». Poi vorresti chiamare di nuovo e dire «Mamma non torno più, sono in vortice di cicchetti…meglio non vederci…». Ma…meglio di no dai, magari dorme. Salto il giro e torno a casa. Sono grande ormai. Sono responsabile. Ho trent’anni.

Sono grande ormai?

La chiave apre la porta di sempre. Quella da cui sei rientrato mille volte barcollando e parlando da solo. O magari parlavi con la porta, questa stronza che non vuole aprirsi. Lei non è cambiata. Non vuole aprirsi di nuovo. O forse tu non sei cambiato, non cambi mai. «Ma chi cazzo ha spostato la serratura?». Poi faccio centro. Vorrei gridare di gioia. Ma preferisco esultare per altro. So che il momento arriverà. Lo sento.

Due giri e sono dentro. Mi sento quasi un estraneo. Il cane abbaia immediatamente. Chi è questo sconosciuto? Questo sembra chiedersi. Mi fissa. Mi scruta. Inclina un po la testa. Destra. Sinistra. Poi abbaia di nuovo. Un rumore insopportabile, infernale.

«Shhhhhhhh!!!» Riesco ad azzittirlo. Riesco a fissarlo anche io. Sembra capire in un attimo che non è aria. Meglio non provocarmi in questo periodo. Sono molto suscettibile. Lo dicono tutti. Lo percepiscono tutti, e il che è peggio.
Mi avete rubato tutto, infranto ogni progetto. Io preda dei vostri bisogni. Dei vostri contratti a termine.

Il piano funziona bene.

E’ ben collaudato.

Contatto – illusione – speranze – caduta libera.

Credete di poter prendere tutto. Come in un gran buffet. E allora servitevi pure signori, ingozzatevi come meglio vi riesce.

Prendete tutto, ma non vi lascerò mai la mia dignità.

 

Dottor Nove

 

P.S.
Lascio un biglietto sul tavolo.
«Grazie mamma, il pollo era buonissimo anche freddo…buonanotte».