L'obbligo dell'inno (Mameli)

Al Senato passa la legge per "Il canto degli Italiani" nelle scuole. Lega contraria: «Mitologia storica»

L'obbligo dell'inno (Mameli)

L'INNO DI MAMELI OBBLIGATORIO NELLE SCUOLE. Al Senato passa la legge che rende obbligatorio l'insegnamento dell'Inno nazionale nelle scuole. I voti a favore sono stati 208, 14 i contrari e 2 gli astenuti. La lega fortemente contraria, ha disertato quasi in massa la votazione. Il 17 marzo diventa quindi la  "Giornata dell'Unità Nazionale, della Costituzione, dell'Inno e della Bandiera", in memoria di quel  17 marzo 1861, data in cui  a Torino venne proclamata l'Unità d'Italia.

I CONTRARI. Oltre a quelle mosse dalla Lega, che ha votato contro la legge, critiche sono piovute  anche dal Presidente dell'associazione nazionale dei presidi Giorgio Rembado, che, pur condividendo i contenuti della legge, ha dichiarato che c'è "molto da ridire sul metodo. E' una visione ottocentesca. Il fatto che il Parlamento si occupi dei contenuti dell'insegnamento è anacronistico e sbagliato. Non compete a Camera e Senato dire cosa bisogna studiare a scuola. Piuttosto dare indirizzi strategici". Tra le critiche più acute c'è quella del Senatore Vedani della Lega che ha dichiarato: "Qui si è scelto di fare il lavaggio del cervello ai bambini. Con questa legge si risveglia lo spirito Balilla". 
LA VERA STORIA DELL'UNITA' D'ITALIA. La Lega ha colto un elemento fortemente ideologico contenuto nella imposizione dall'alto dell'Inno Nazionale. Il mitologico racconto dell'Unità d'Italia, prospettato dal Parlamento, ha un sapore vagamente retorico, e nasconde parte della verità storica. La rivoluzione risorgimentale, che ha dato origine all'unificazione della penisola, è stata una "rivoluzione mancata", come ha detto Gramsci, in quanto non ha coinvolto le masse dei contadini e dei braccianti al processo unitario. Piuttosto si è assistito alla brutale repressione dei moti popolari, operata dalle truppe "d'invasione" del Generale Cialdini, mandate da Cavour nella Italia meridionale che, notoriamente, più che a unire il paese, si preoccupava di annettere il Sud al Piemonte.

Clemente Manzo