Il centrodestra vota compatto il “Si” al Palazzone ma c’è l’accusa di ricatto politico

Ieri sera la maggioranza guidata dal Sindaco Masci ha deliberato la cessione dell’area di risulta alla Regione Abruzzo per realizzare la nuova sede. L’opposizione grida allo scandalo

Il centrodestra vota compatto il “Si” al Palazzone ma c’è l’accusa di ricatto politico

Nella notte, al termine di una bagarre politica senza precedenti, è stato votato a maggioranza il “Si” al progetto di cessione dell'area di risulta alla Regione Abruzzo per la realizzazione della nuova sede pescarese degli uffici del massimo ente regionale. Una specie di ‘Torre di Babele’ un palazzone di 50 metri contestatissimo un po’ da tutti, anche dagli stessi consiglieri di maggioranza di centrodestra, che però alla fine si sono piegati alla cosiddetta ‘regione di stato’. Per la verità alcuni dall’ opposizione di centrosinistra e Movimento 5 stelle hanno accusato il primo cittadino Carlo Masci di ricatto politico a diversi membri dell’assise che, avrebbero ricevuto indicazioni chiarissime: “O si vota sì oppure alle prossime elezioni non sarete ricandidati”. Detto questo, dunque, si apre una nuova fase per lo sviluppo (o involuzione, chi può dirlo?) della nostra città di Pescara e nello specifico nell’area più centrale dove in tanti avrebbero voluto parcheggi sotterranei ed un bellissimo grande parco invece del solito cemento, altra burocrazia e ulteriore traffico nel ‘cuore’ del capoluogo adriatico.

Di seguito le dichiarazioni del primo cittadino pescarese:

 «Si apre una nuova pagina della storia di Pescara e si chiude finalmente un’annosa vicenda che ne ha penalizzato la crescita, lo sviluppo, l’immagine urbanistica e la proiezione verso l’efficienza e la qualità della vita. Il voto compatto della maggioranza in consiglio comunale sul futuro delle aree di risulta archivia anche il polverone politico sollevato ad arte dall’opposizione, che purtroppo non si è dimostrata all’altezza delle sfide che attendono la città e non è stata in grado di guardare oltre l’immediato e oltre una visione di parte. Mi rammaricano anche i toni adoperati, andati ben oltre l’etica dello scontro politico, durante la discussione sull’accordo di programma per realizzare la sede della Regione in una zona centrale e nevralgica del tessuto urbano. I pescaresi devono sapere che tutto si è svolto avendo a riferimento solo e sempre l’interesse pubblico, che è poi l’interesse di tutti ad avere una città più bella, più funzionale, con un grande polmone verde attrezzato, dall’impronta architettonica di pregio e con la possibilità di usufruirne anche il sabato e la domenica. Tutto è stato pensato e sarà realizzato in chiave moderna per esaltare la vivibilità, il senso di aggregazione e la valorizzazione dei servizi e del tempo libero, trasformando una zona oggi anonima e triste in uno spazio vivo e vivace. Spiace constatare la miope resistenza del “partito del no”, che per ideologia è stato capace di rinnegare se stesso con precedenti e formali decisioni proprio sulla sede più idonea della Regione sulle aree di risulta, oppure dimenticando di essere stato artefice di un disegno che prevedeva un centro commerciale e due palazzi residenziali. Un po’ di coerenza tra slogan, azioni e scelte amministrative non guasterebbe, ma forse è anche troppo sperarlo. Gli attacchi scomposti a questa maggioranza, inscenando persino teorie complottistiche e dietrologie su un malaugurato infortunio nelle presenze in consiglio, hanno avuto il solo risultato di dimostrare alla cittadinanza che il centrodestra c’è, è compatto e opera sistematicamente secondo i più trasparenti criteri di buona amministrazione, per cambiare in meglio il volto di Pescara e farne un luogo dove è bello vivere. Questo è un dato di fatto che ci è riconosciuto a livello nazionale, anche perché siamo capaci di sognare per immaginare la realtà e sappiamo trasformare le idee in progresso. A vantaggio di tutti».

Ricordiamo ai nostri lettori di AbruzzoIndependent.it che nessun cittadino pescarese e dell’area metropolitana (zona Nuova Pescara) e’ stato coinvolto in questo processo decisionale e, sempre secondo noi, questo mancato coinvolgimento sulle modalità e sui luoghi indicati non rappresenta un modo contemporaneo di fare scelte politiche così impattanti e fondamentali per la vita dei futuri cittadini metropolitani.