Abruzzo sotto ‘choc’ per la morte di Andrea Prospero

Il giovane diciannovenne di Lanciano viveva un fortissimo disagio che lo ha spinto ad assumere un cocktail di farmaci letali. Ma quanti perché ‘generazionali’ ancora da decifrare

Abruzzo sotto ‘choc’ per la morte di Andrea Prospero

Le chat trapelate tra Andrea Prospero e un coetaneo conosciuto in rete, oggi indagato per induzione o istigazione al suicidio, rivelano quanto possa essere ‘oscuro’ il mondo dei giovani nati nel Terzo Millennio meglio conosciuti come generazione Screenplay. Duro da descrivere, specie in questo momento di dolore fortissimo per la famiglia che piange un affetto strappato in modo assurdo. Ma sembra che questo diciannovenne di Lanciano vivesse un disagio fortissimo oltre ad una doppia vita che, purtroppo, lo ha condotto ad assumere un mix letale di farmaci come soluzione finale per dei problemi superabili, se soltanto avesse chiesto aiuto ad un amico vero o alla adorata sorella e non ad un chatbot. Come sostiene il papà della vittima - a cui porgiamo le più sincere e sentite condoglianze oggi nel giorno della loro festa - le indagini della Procura di Perugia, che stanno scandagliando nelle ultime ‘fragili’ giornate di Andrea nel mondo virtuale di Telegram, potrebbero rivelare qualcosa di più di un ‘brutto giro’ nel quale era finito questo ragazzo, come ce ne sono tantissimi in Abruzzo, in Italia e nel mondo. C’è anche un terzo giovanissimo campano indagato perché sarebbe il fornitore dei barbiturici acquistati in questo momento di difficoltà, forse anche suggerito da quell’altro presunto ‘amico di rete’. Tanti misteri, piccoli e grandi da decifrare perché soltanto la verità è la completa dinamica dei fatti può aiutarci a capire come poter evitare che ciò accada di nuovo a uno dei nostri figli. Alcune nazioni hanno proibito i social network ai minori di 16 anni, come per esempio l’Australia ma noi di di Abruzzo Independent non sappiamo quale possa essere la soluzione più efficace. Siamo gli ultimi dinosauri, i non nativi digitali, e sempre più spesso ci appare evidente raccontando di cronaca giovanile il ‘corto circuito’ generazionale che ci impedisce di trovare il modo di entrare in contatto con questi ragazzi, messi alla vita in un mondo che viaggia alla velocità della luce e cambia con il gelo dell’intelligenza artificiale.