Via Tavo: inizia la demolizione dei Palazzi Clerico

Il sindaco di Pescara esulta: "Cancelliamo un simbolo del degrado della nostra città". Polemiche dall'associazione Per una Nuova Rancitelli

Via Tavo: inizia la demolizione dei Palazzi Clerico

"Dopo l'eliminazione del Ferro di Cavallo è iniziata la demolizione dei Palazzi Clerico in via Tavo, un altro simbolo del degrado ultra-quarantennale della nostra città. Grazie alle ordinanze di demolizione predisposte nei mesi scorsi, i primi tre fabbricati sono già stati demoliti, per gli altri due dovremo attendere la decisione del TAR, che ci auguriamo venga presa in tempi brevi. Noi andremo avanti con la  determinazione necessaria, fino a quando tutti quegli scheletri di cemento, diventati rifugio pericoloso di disperati e tossicodipendenti, non esisteranno più". Queste le parole del sindaco di Pescara Carlo Masci a proposito dell'intervento delle ruspe a Rancitelli. 

"Anche questo risultato sembrava impossibile - ha proseguito - ma noi ci siamo riusciti perché vogliamo restituire dignità a tutti i quartieri di Pescara. Adesso ci prepariamo con pazienza ad ascoltare le critiche vuote di quelli che non hanno mai provato a eliminare neanche un mattone, dove serviva da decenni, e di quelli che ogni giorno ci riempiono di insulti e offese sui social, che diranno in maniera ossessiva "perché non avete demolito anche gli altri due fabbricati". L'unica verità, al di là delle ricostruzioni strumentali di parte, è che oggi abbiamo compiuto un altro grande passo in avanti per rendere Pescara sempre più bella, sicura e vivibile".

Diverso è più duro è il punto di vista dell'associazione Per una Nuova Rancitelli.

"In merito al trionfalistico annuncio riguardo l'avvio della demolizione dei Palazzi Clerico in via Tavo come Comitato di Quartiere "Per una Nuova Rancitelli" sentiamo il dovere di riportare la questione alla sua reale e drammatica dimensione, lontana dalla propaganda. Apprendiamo dell'abbattimento dei primi tre scheletri di cemento ma è fondamentale chiarire un aspetto: le ruspe non hanno toccato i due fabbricati dove quotidianamente trovano rifugio decine di senzatetto e tossicodipendenti. Il cuore dell'emergenza sociale e del degrado che i residenti vivono sulla propria pelle ogni giorno è rimasto in piedi in attesa di una decisione del TAR che - anche noi ovviamente - attendiamo fiduciosi. Celebrare questo intervento come un "grande passo in avanti per rendere Pescara più sicura" è un insulto all'intelligenza e alla pazienza dei cittadini di Rancitelli. La verità è che la situazione non è cambiata di una virgola. I disperati che prima trovavano riparo in cinque edifici fatiscenti, ora si concentrano nei due rimasti, acuendo ulteriormente la criticità. Questo modus operandi, purtroppo, non ci sorprende. È lo stesso approccio di facciata adottato con la demolizione del "Ferro di Cavallo". Continuiamo ad essere fermamente convinti, e i fatti purtroppo ci danno ragione, che quell'operazione non abbia risolto alcuno dei problemi strutturali del quartiere. Al contrario ha semplicemente sparpagliato criminalità, spaccio e degrado sociale nelle vie limitrofe rendendo il controllo del territorio ancora più complesso e peggiorando la qualità della vita dell'intero circondario. Non si può pensare di curare una profonda ferita sociale con la ruspa. I problemi legati alla tossicodipendenza, all'emarginazione e alla povertà non si abbattono demolendo muri ma costruendo percorsi di recupero, potenziando i servizi sociali e offrendo alternative concrete a chi vive ai margini. Mentre l'Amministrazione si autocelebra per aver abbattuto degli scheletri dopo anni di inerzia noi cittadini continueremo a batterci per soluzioni vere ed interventi integrati che mettano al centro la persona e non il cemento. La vera dignità di un quartiere non si misura dai palazzi abbattuti".