Spopolamento e denatalità le piaghe dell'Abruzzo

I dati impietosi di OpenPolis di cui la politica nostrana si disinteressa affaccendata alla conquista di poltrone nelle prossime tornate elettorali del 2024

Spopolamento e denatalità le piaghe dell'Abruzzo

Il trend della denatalità in Italia sembra inarrestabile, eppure nei principali paesi dell’UE i tassi di fertilità non sono in declino come in Francia e in Germania dove lepolitiche attive hanno arginato il fenomeno delle culle vuote. Nella nostro Abruzzo il dato delle culle vuote è, se possibile, più grave considerando che ad aumentare il tasso di denatalità contribuisce lo spopolamento delle aree interne abruzzesi. Attualmente solo il 30%dei comuni della regione supera il tasso di natalitàrilevato in Italia pari a 6,7 nuovi nati per 1.000 abitanti. Il calo delle nascite e l’invecchiamento della popolazione sono più marcati nelle aree interne e meno nelle coste dove nel tempo si è riversata la popolazione. Anche gli incentivi della Regione per aumentare il tasso di natalità e diminuire lo spopolamento dei piccoli centri montani, non hanno dato l’esito sperato. Infatti in Abruzzo nel 2022 i nuovi nati sono stati 6,3 ogni 1.000 abitanti, contro una media Italiana di 6,7 e di 7,2 nelle regioni meridionali. Dati questi peggiori del 2021 quando in Abruzzo i nuovi nati per 1.000 abitanti sono stati di 6,5 con una media nazionale di 6,8 e di 7,1 al Sud. I dati migliori si registrano in provincia di Pescara e di Teramo. Degno di menzione è il comune di Montesilvano con un tasso di natalità è di 7,85 nuovi nati ogni 1.000 abitanti nel 2020, maggiore della media italiana  di 6,8. Nel 2014, il tasso di natalità era stato pari a 10,1, con unamedia nazionale di 8,3. APescara città il tasso di natalità è stato di 6,26 nuovi nati ogni 1.000 abitanti nel 2020, minore di quello italiano di 6,8 nuovi nati per 1.000 abitanti.