Politica, Costantini shock: «L'Aquila è una zavorra per l'intero Abruzzo»

Il presidente del Comitato fusione Pescara-Montesilvano-Spoltore condivide le parole di Confindustria (Paolo Primavera) sul ruolo politico del Capoluogo

Politica, Costantini shock: «L'Aquila è una zavorra per l'intero Abruzzo»

COSTANTINI E PRIMAVERA CONTRO L'AQUILA. «Ha ragione il Presidente di Confindustria Paolo Primavera, quando afferma che L'Aquila è un freno per l’Abruzzo da tutti i punti di vista, incluso quello politico».Queste sono le shoccanti dichiarazioni delpresidente del Comitato fusione Pescara-Montesilvano-Spoltore Carlo Costantini a supporto di quanto sostenuto da Confindustria (Paolo Primavera). «Ho personalmente vissuto una esperienza che non esiterei a definire surreale quando - aggiunge l'ex candidato governatore - per anni mi è stato impedito di portare in Consiglio Regionale la delibera che il 25 maggio 2014 ha consentito ai cittadini di Pescara, Montesilvano e Spoltore di scegliere che il loro futuro li vedrà insieme, uniti in una unica grande Città. Ad ogni occasione mi veniva opposto che, se non ci fosse stato qualcosa per L’Aquila, la delibera non sarebbe mai passata. E ad ogni occasione - ribadisce - percepivo l’inutilità di spiegare che il referendum era un diritto dei cittadini e che la fusione non avrebbe sottratto un euro, né agli aquilani, né agli abruzzesi, ma anzi avrebbe liberato milioni di euro di risorse da investire». Costantini, che non ricopre incarichi istituzionali da quando è fallita la missione politica di Rivoluzione Civilie, ha pensiero durissimo sulla questione del Capoluogo d'Abruzzo. «Primavera ha ragione. L’Aquila è ormai una zavorra per l’intero Abruzzo, anche da un punto di vista politico. Quando si interromperà (prima o poi inevitabilmente accadrà) il flusso di denaro che alimenta appalti e ricostruzione, L’Aquila avrà smesso di esistere da tempo ed avrà ulteriormente rallentato la crescita e lo sviluppo dell’intero Abruzzo. Ormai quella di Pescara - conclude Costantini - è una resa totale ed incondizionata al punto che, nell’indifferenza di tutti, inclusa la maggior parte dei rappresentanti del ceto politico pescarese, neppure le è consentito di trasformare in atti legali la volontà che migliaia di cittadini hanno espresso con un entusiasmo mai misurato in precedenza. In pratica, doveva sparire; ed è stata fatta sparire. E, purtroppo, quando ne scopriremo le cause e le ragioni, sarà troppo tardi». Insomma, parole che rilanciano le solite questioni di "campanile" (Pescara contro L'Aquila, Chieti contro Pescara, Teramo contro L'Aquila) e che, purtroppo, rappresentano il vero ostacolo allo sviluppo complessivo dell'intero territorio. 

Redazione Independent