«Non ho tradito l'Abruzzo»

Caos nel Pd Abruzzo. D'Alessandro e Ginoble contro la Pezzopane. Nel coro delle critiche anche Razzi e Pelino

«Non ho tradito l'Abruzzo»

PEZZOPANE CONTRO TUTTI. Uno strano quartetto (D’Alessandro, Ginoble, Razzi e Pelino) si è sollevato contro la senatrice Stefania Pezzopane. Quale la colpa? Avere votato Stefano Rodotà e non per l'abruzzese Franco Marini, scelto in una rosa di cinque candidati nientepopodimeno che da Silvio Berlusconi. «Dicono di me cose assurde. Che ho tradito la mia terra. Mi meraviglio soprattutto per Ginoble e D’Alessandro. Spendo solo poche parole sulla nuova coppia di fatto Razzi-PelinoTutti conoscono le loro eroiche gesta e le loro critiche non possono che farmi onore». La "baby" aquilana difende la sua scelta come una pantera defindendo «vergognosi riferimenti a L’Aquila di cui non si sono mai preoccupati». E' chiaro, però, che nel Pd è tempo di resa dei conti. «Sono pronta a discutere della mia scelta - ha aggiunto la Pezzopane - e lo dico a tutti, anche alle migliaia che mi hanno espresso il loro apprezzamento e che non hanno la visibilità mediatica di Camillo e di Tommaso, ma che sono quelli che stanno patendo in questi giorni un dolore lacerante, fuggendo dal PD. Potevo votare - ha sottolineato - come ho fatto e tenerlo per me, coprendo il mio voto col segreto dell’urna, come hanno fatto i 101 killer di Prodi (pur avendolo votato all'unanimità la sera prima) o i 200 che non hanno eletto Marini ( sia della destra, che della sinistra), ma che si sono ben guardati dal dirlo». Qualcuno ha fatto appello alle scelte del partito. «Avevo annunciato ai dirigenti locali e nazionali quale fosse la mia intenzione di voto, peraltro manifestata da tempo, e ho sperato fino all’ultimo che, ascoltando il malessere montato nella notte e che aveva coinvolto segretari regionali, provinciali e di circolo, il PD prendesse una pausa di riflessione, magari votando scheda bianca ed evitando la bocciatura immediata di Marini. Hanno fatto tutti finta di niente, che andasse tutto bene, come spesso accade. Facciamo finta che siamo d'accordo, facciamo finta che abbiamo vinto le elezioni, facciamo finta che siamo uniti. E intanto perdiamo i nostri elettori, che davvero non riescono a capire perché dopo aver detto per 50 giorni no al governissimo, sì al governo con Grillo, quando siamo ad un passo dal farlo, votando Rodotà e costruendo un governo di cambiamento, ci tiriamo indietro per accordarci con Berlusconi, Razzi e Pelino». Eh, già. Perchè non parlare di questo?

Marco le Boeuf