Mosse e contromosse tra Governo e Autostrade per l'Italia

In ballo la concessione delle autostrade A24 e A25 ma anche molti miliardi che potrebbero essere sborsati dal contribuente italiano

Mosse e contromosse tra Governo e Autostrade per l'Italia

Nella controversia tra Governo e Strada dei Parchi, che ogni giorno si fa più intricata,  se lo Stato soccomberà, saranno guai per noi contribuenti in quanto  la multinazionale della famiglia Toto sarà risarcita  con svariati miliardi pubblici di Euro. Nessuno ormai si meraviglia più pensando ad una vicenda analoga,  quella della famiglia Benetton,  che tramite Atlantia, responsabile  del crollo del ponte Morandi che ha causato la morte di 43 persone, sarà ricompensata con 8,2 miliardi di Euro in seguito alla vendita di  Autostrade per l’Italia  alla Cassa Depositi e Prestiti.  Per ricapitolare la complessa  vicenda, eravamo rimasti all’accoglimento da parte del Tar Lazio del ricorso presentato  dai legali  della Strada dei Parchi del gruppo Toto, al Decreto  Legge  del 7 luglio scorso  con cui il Governo ha revocato con effetto immediato la concessione autostradale  per grave inadempimento. Il verdetto del Tar,  che ha sospeso il Decreto Legge  emesso dal consiglio dei Ministri, aveva  fissato  al  7 settembre  prossimo l'udienza per confermare o meno la sospensione del Decreto Ministeriale impugnato da Strada dei Parchi.  Senonchè, come riferisce il Centro di oggi,  il Governo Draghi  con una contromossa  ha a sua volta bloccato la sospensiva del TAR in questo modo: prima ha abrogato il suo stesso provvedimento, il DL  di revoca della concessione e contemporaneamente ha dichiarato validi tutti i suoi effetti di revoca e quelli che assegnano all’ANAS la gestione di A 24 e A 25. In questo modo la Camera di Consiglio del Tar prevista per il 7 settembre  non avrebbe luogo essendo cessata la materia del contendere con l’abrogazione appunto del DL  sulla revoca . La contromossa così congegnata dal Governo è inserita in una modifica ad un altro decreto, quello del 16 giugno, che il Parlamento  dovrebbe approvare al termine di un iter burocratico. Sembrerebbe quindi che la mossa del cavallo del governo avrebbe depotenziato la sentenza del Tar.  Ma non è così che poi è andata in quanto  il Ministro delle Infrastrutture e della Mobilità Giovannini, il cui dicastero  ha elaborato la strategia complessiva della revoca, non aveva previsto  che il Tar del Lazio, con un decreto monocratico  avrebbe anticipato al 27 luglioprossimo la Camera di Consiglio che si sarebbe dovuta invece tenere il 7 settembre 2022. Non essendoci quindi il tempo necessario per la conversione in legge del del  Decreto  del 16 giugno, quello contenete la modifica, da parte del Parlamento (quello che tutto sommato salva gli effetti del DL del 7 luglio scorso con cui si affida all’ANAS la gestione dei due tratti di autostrada), potrebbe darsi  che il TAR dia ragione alla famiglia Toto e torto al Governo cioè a noi tutti su cui potrebbero ricadere alla fine gli effetti della sentenza.