Micron lascia. Via 700 operai

Avezzano. Annuncio shock dell'azienda al Ministero: lavoratori in mobilità. E' la fine del polo tecnologico

Micron lascia. Via 700 operai

TERREMOTO ALLA MICRON. VIA 700 OPERAI. La vertenza della Micron di Avezzano finisce sul tavolo del Ministro dello Sviluppo economico. Ma le notizie che arrivano da Roma non sono buone. Infatti, l'azienda ha deciso di ristrutturare la fabbrica marsicana, dopo il calo delle commesse provocato dalla crisi economica, e di mandare a casa 700 operai. Già da due mesi, infatti, i lavoratori erano in cassa integrazione straordinaria con uno stipendio ridotto a 800 euro mensili. Immediata la replica dei sindacati che lanciano l'allarme: «Per noi è la fine: è la morte del polo tecnologico di L'Aquila. La Micron vuole lasciare l'Italia». E' inutile specificare l'importanza del sito industriale nel martoriato cuore dell'Abruzzo, alle prese con il dramma della ricostruzione e con una crisi economica di proporzioni spaventose. Gli ultimi dati diffusi sulla provincia di L'Aquila dicono che un giovane du tre, nella fascia tra i 15 ed i 35 anni, è senza lavoro. Senza contare, poi, il quotidiano bollettino di guerra di aziende che chiudono e mandano via operai: 10 qui, 20 là, etc. Nella provincia dell'Aquila stanno chiudendo tantissime aziende che lavorano nell'edilizia e stiamo parlando di un luogo dove è aperto il più grande cantiere d'Europa: quello della ricostruzione post-sisma. E' normale tutto ciò?

PRONTE CLAMOROSE PROTESTE. Il sindacato dei lavoratori è statpo accolto dal sindaco di Avezzano Gianni Di Pangrazio al quale è stato chiesto di fare tutto quello che è in suo potere per modificare il piano industriale dell'azienda ovvero trovare una soluzione per il ricollocamento dei 700 posti di lavoro persi (indotto escluso). E' noto, purtroppo, che in casi del genere la politica abbia molto poco potere nei confronti del board aziendale (vedi, ad esempio, il "caso" della Sixty di Chieti Scalo). Dunque, non è escluso che i lavoratori possano andare a Roma e metter in scena clamorose azioni di protesta. E' un loro diritto: lo dice l'art. 1 della Costituzione, mica Zichichi!

Marco Beef