La politica ha paura di lui?

E' evidente la campagna denigratoria volta a delegittimarlo. I partiti hanno fallito, il M5S ancora no

La politica ha paura di lui?

POLITICA. CHI HA PAURA DEL GRILLO? Negli ultimi mesi si sta discutendo molto su cosa rappresenti il Movimento cinque stelle e che differenza esista oggi tra “loro” e gli “altri” partiti politici. La questione c’è, è aperta e potrebbe avere molte risposte. La quasi totalità delle analisi, però, vanno nella stessa univoca direzione. Possibile che i commentatori politici italiani riescano a considerare il movimento cinque stelle solo come un fenomeno passeggero, generato dal clima di antipolitica presente oggi nel nostro paese? Non è forse ingeneroso considerare il suo fondatore il re dell’antipolitica, un qualunquista? Possibile che intellettuali di diversa estrazione culturale non trovino altri significati al “fenomeno”Grillo? La facilità con la quale si stanno facendo queste analisi rivela una grande difficoltà di osservazione dei nostri politologi se non addirittura una certa dose di malafede.

LA CAMPAGNA DENIGRATORIA. Che sia in atto, d’altronde, una campagna denigratoria volta a delegittimarlo ed emarginarlo è evidente. Se si dà dell’antipolitico a Grillo bisognerebbe avere il coraggio di dirlo anche di tutti gli altri: Bersani, Alfano, Casini, Berlusconi e Fini ect. I mali reali dell’attuale politica italiana, infatti, derivano principalmente proprio dalla mancanza di “idee politiche” dei suoi principali protagonisti. Il nostro Presidente del Consiglio attuale non è forse stato messo lì proprio per assenza di una  risposta politica ai problemi attuali.

ELEMENTO INNOVATORE. Grillo è invece, con tutti i suoi limiti,  il più forte elemento di animazione politica degli ultimi anni. La sua idea di società è innovativa, moderna e progressista. Pensiamo solamente alla terribile crisi economica scoppiata in questi ultimi anni. Bisognerebbe ricordarsi l’impegno di Grillo a smascherare, carte e numeri alla mano, come i mercati finanziari erano in realtà sistemi scollegati dall’economia reale. Fu fra i primi a mettere in luce i limiti profondi di quel sistema ed a preventivarne l’implosione da li a poco, tra i primi in Italia a parlare del problema della responsabilizzazione dei cittadini attraverso la partecipazione attiva alla vita sociale e politica.

ANCHE LA LEGA NACQUE DALLA PROTESTA. Non sembrano e non sono idee eversive e radicali. La sua idea della politica potrebbe addirittura considerarsi moderata se non fosse per alcuni toni spesso sopra le righe. Ma d’altra parte quando dice in modo colorito tutti a casa perché avete fallito, qualcuno in cuor suo può pensare che sbaglia? Il suo successo elettorale, tra l’altro, è una forte diga freno allo sviluppo di forze di estrema destra che  in altre parti d’europa hanno accresciuto  fortemente il consenso popolare. Il Movimento cinque stelle rappresenta, in buona sostanza, quello che è stato la Lega tanti anni fa. Il partito di Bossi nacque dalla spinta della piccola e media impresa del Nord, principalmente veneta e lombarda, che si sentiva oppressa dalla politica governativa  centrale corrotta.  Fu una vera rivoluzione che consentì di spazzare una intera classe dirigente. Purtroppo abbiamo visto che chi è venuto dopo non era meglio di chi c’era prima.

IL "NON PARTITO". Il “non partito” di Grillo nasce, a differenza della Lega, da una comunità più ampia e variegata di cittadini.  Si sviluppa in un sentimento generale di disagio di quasi la totalità degli strati sociali della nostra penisola, germoglia dalla crisi profonda che si annida nelle pieghe della società e che trascende l’economia e la politica. Grillo ha capito che il male del nostro tempo  si nasconde nell’assopimento delle coscienze e nella mancanza di speranza nel futuro, soprattutto nei giovani. Ha intuito come la TV attraverso la melassa informativa, culturale e pubblicitaria  consuma e corrompe i cittadini. Attraverso il web, nei comizi nelle piazze, Grillo invita i cittadini a non delegare  agli altri abdicando alle proprie responsabilità ma a mettersi in gioco in prima linea per cambiare le cose. Ci dice: siete voi che dovete gestire lo Stato perché lo Stato non ha più i mezzi per gestire Voi! non ha forse ragione? Invita i cittadini italiani a buttarsi nella mischia.

IL PERICOLO M5S. Sicuramente se Grillo vincesse le elezioni politiche si correrebbe il rischio di avere al potere una classe dirigente impreparata ad affrontare tutti i problemi della Pubblica Amministrazione ma molti cittadini si augurano che, almeno, una volta eletti, non rubino, non spartiscano incarichi ai loro parenti e che provino a fare con onesta il loro lavoro meglio dei loro predecessori e abbiano abbastanza determinazione e coraggio per  affrontare le difficoltà mano a mano che si presenterannoLa classe politica e i partiti italiani dovranno, invece, rapidamente definire cosa sono e interrogarsi cosa davvero vogliono se non vorranno essere travolti nuovamente dal ciclone Grillo. E per farlo non hanno altra alternativa che modificare le regole di selezione della propria classe dirigente. Sarà difficile che i cittadini italiani li vedano, infatti, come “il nuovo ”  quando la maggior parte dei loro componenti illustri, che ancora oggi si candida a governare il paese,  è agli occhi di tutti il  “vecchio”. 

Francesco Mimola