Maldipancia e "grillismi" vari

Grillo non può reggere da solo il movimento: in tanti cominciano a storcere il naso. I motivi delle polemiche

Maldipancia e "grillismi" vari

MALDIPANCIA IN CASA GRILLO. CHE SUCCEDE? Per il fondatore del Movimento Cinque Stelle, dopo la felicità per il clamoroso successo elettorale ottenuto nell’isola siciliana, le ultime settimane non devono essere state affatto facili. Il comico genovese deve preparare rapidamente le liste dei candidati da presentare agli elettori italiani per una campagna elettorale che si preannuncia trionfale e nello stesso tempo deve tentare di placare i primi malumori di una parte dei suoi iscritti. Lo stress è alle stelle, Grillo sa che le polemiche di questi giorni rischiano di distrarre gli iscritti dall’impegnativa campagna elettorale delle politiche del 2013 e, soprattutto, rischiano di disperdere i voti del M5S già virtualmente depositati nell’urna elettorale. L’ex comico genovese tenta di minimizzare il problema, ma che all’interno del movimento si sia aperto il dibattito sulla condotta del loro leader è un dato di fatto. La polemica sembra nascere da tre questioni principali: 1) I criteri imposti da Grillo per la selezione dei candidati da inserire nelle liste elettorali; 2) La condotta verticistica del movimento; 3) L’imposizione agli iscritti di non frequentare i talk show politici. 

I CRITERI DI SELEZIONE. Per quanto attiene la prima questione, Grillo ha scelto di affidare allo spazio libero del web la selezione dei nomi da portare in lista per le politiche. Al voto online parteciperanno tutti coloro che si sono iscritti al M5S e che hanno certificato la propria identità sul sito. Fin qui, dato il ruolo svolto da internet nella diffusione e nel coordinamento del movimento, la scelta sembra ovvia e condivisa da tutti. Mentre una parte del movimento, però, già prepara la valigia per il viaggio nei palazzi del potere romano, un’altra vive lo sconforto della certezza di non essere tra coloro che hanno il biglietto pagato. Grillo, pensa sia giusto premiare chi, nonostante siano 5 anni che combatte sul territorio per l’affermazione del movimento, non è riuscito a raggiungere cariche elettive. Ha imposto il divieto di presentare, dunque, la propria candidatura per tutti gli iscritti che sono attualmente a vario titolo seduti nei consigli dei comuni, delle provincie e delle regioni italiane. Questo metodo di selezione dei candidati non trova l’approvazione di alcuni notabili del movimento che pensano di essersi meritati “l’onorevole” poltrona, vista la loro fedeltà della prima ora a Grillo e alle sue idee, anche se hanno ancora un mandato elettorale da rispettare con i cittadini.

NO AL DOPPIO INCARICO. Sedersi su due poltrone contemporaneamente appartiene agli schemi di quella politica che Grillo ha l’ambizione di smantellare. La costruzione di una politica  “nuova” deve avvenire per vie diverse, incompatibili con gli usi della “vecchia” politica. Per quel che riguarda il secondo punto molti iscritti lamentano - a mio avviso in questo caso giustamente, la rapidità di una operazione nata senza confronto con la base - che da mesi chiedeva di definire le regole per la corsa al Parlamento. Tutto in effetti è accaduto celermente. Il 31 ottobre lo staff del sito del comico genovese con una mail ha chiesto a tutti i coloro che avevano partecipato alle elezioni nelle liste a 5 stelle e oggi non in carica di inviare la documentazione necessaria per la candidatura. In particolare bisogna certificare di non essere iscritti ad alcun partito o movimento politico né aver riportato alcun tipo di sentenza di condanna in sede penale, anche non definitiva. La risposta doveva pervenire entro domenica 4 novembre. In alcune zone d’Italia sembrerebbe che la metà dei potenziali aspiranti parlamentari non abbia  ricevuto questa mail. Mentre altri non hanno avuto il tempo di predisporre tutti i documenti utili per l’investitura. Ma a parte questi problemi di tipo amministrativo molte persone pensano che Grillo sia la punta di un iceberg, la testa visibile di una cosa che va ben oltre ed è molto più profonda della sua stessa persona e chiedono l’apertura di spazi nei quali possano veramente impegnarsi e decidere. Questa istanza è sana e giusta. All’interno del M5S c’è una enorme massa di energia positiva che non vuole essere imprigionata e che va ben oltre la capacita di interpretazione del suo leader e, soprattutto, oltre la capacità di misurazione e controllo di qualunque computer.

STOP AI TALK SHOW. Infine, per ciò che attiene la terza questione, credo torni ad avere ragione Grillo. Partecipare ai talk show di questa televisione figlia delle élite politiche e finanziarie dominanti non può portare alcun vantaggio al movimento. Rinunciare alle lusinghe della TV non deve essere facile, ma se gli iscritti al movimento devono ritagliarsi uno spazio pubblico, dice il comico genovese dal suo blog, che non sia limitato a Internet devono andare nelle piazze e non sedersi su comode poltrone dentro uno studio televisivo. D’altronde tele-visione significa letteralmente , al contrario oggi gli italiani hanno bisogno di qualcuno che quando gli chiede il voto li guardi da molto vicino. L’ora del Big Bang per il suo movimento è quasi arrivato, il passaggio dall’emozione all’azione.  Dopo aver parlato alla pancia degli italiani ora bisogna parlare al cervello.

Francesco Mimola