“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Di Canio divide l'Inghilterra
Dirigente Sunderland lascia per incompatibilità col neo allenatore: Nel 2005: «Non sono razzista ma fascista»
PREMIER LEAGUE. DIRIGENTE SUNDERLAND LASCIA: «DI CANIO FASCISTA». Il Sunderland, la squadra che milita nella Premier League, ha ingaggiato Paolo Di Canio come allenatore. L'ex bandiera della della Lazio ha sostituito Martin O'Neil esonerato dopo le ultime partite concluse senza vittorie. David Miliband, direttore non esecutivo della società, deputato laburista ed ex Ministro degli Esteri, si è dimesso dalla carica per incompatibilità con il neo Mister Di Canio dichiaratamente fascista. Miliband ha dichiarato «Auguro al Sunderland AFC un futuro di successi», aggiungendo poi «Tuttavia alla luce delle dichiarazioni politiche fatte in passato dal nuovo manager, penso che sia giusto lasciare». La nomina di Di Canio, non è stata gradita da parte della tifoseria, tanto che su Facebook è nato il gruppo "Sunderland contro i fascisti" e su Wikipedia un hacker ha sostituito la foto del tecnico con quella di Hitler. Anche il quotidiano popolare Daily Mirror ha commentato non favorevolmente la notizia col titolo: "Di Canio sul serio?". La BBC è intervenuta mostrando ai tifosi i saluti romani che in ripetute occasioni l'ex giocatore rivolgeva alla curva sud dello stadio, quando militava nella Lazio .
DI CANIO PREMIO FAIR PLAY DELLA FIFA NEL 2000. Nel 2005 tentò di giustificarsi dicendo «Non sono razzista sono fascista!». A onor del vero i media anglosassoni hanno ricordato anche il gesto cavalleresco che gli valse il premio Fair play della FIFA nel 2000. Quando militava nel West Ham, durante un incontro con il Goodison Park Di Canio invece di segnare a porta vuota con il portiere fuori gioco a terra per una brutta caduta, bloccò la palla con le mani e fermò il gioco. Il punteggio era ancora sull' 1 a 1 e tutto lo stadio si alzò in piedi dedicandogli una standing ovation.
Clemente Manzo