Che fine hanno fatto i progetti di legge a sostegno dell'informazione abruzzese?

La Prima Commissione deve ancora discutere le proposte legislativa del presidente Di Pangrazio e del consigliere Di Nicola. L'idea del CEO è però la migliore

Che fine hanno fatto i progetti di legge a sostegno dell'informazione abruzzese?

PROGETTI DI LEGGE SULL'INFORMAZIONE ABRUZZESE ANCORA NON APPROVATI. La Commissione Salute e Lavoro (quinta) presieduta da Mario Olivieri non ha ancora approvato - e nemmeno trovato il tempo di discurere - una delle due proposte legislative a supporto del settore dell'informazione abruzzese. Una che porta la firma dello stesso consigliere Maurizio Di Nicola, l’altra sostenuta dai componenti dell’Ufficio di Presidenza del Consiglio regionale, con Giuseppe Di Pangrazio primo firmatario.  Entrambi i sostenitori dei progetti hanno espresso la volontà di pervenire ad un testo unico con la possibilità di accogliere alcuni dei suggerimenti dei soggetti intervenuti. Ma dopo oltre un anno ed una infinità di rinvii ancora non si conoscono i tempi di questo intervento normativo. La domanda nasce spontanea: perchè questo ritardo?

LA PROPOSTA DEL CEO ABRUZZO.  Marco Manzo, responsabile del CEO Abruzzo (Comitato Editori Online) torna a chiedere, dopo l'audizione dello scorso giugno, una Legge sulla Trasparenza Amministrativa e sulla Pubblicità Istituzionale con l'obiettivo di garantire occupazione tra i giornalisti e contestualmente colmare quel bisogno di informazioni sugli impieghi e le destinazioni del denaro pubblico. "Le proposte legislative in discussione non ci piacciono assolutamente - dice il dottor Manzo - serve maggiore logica, praticità e visione del futuro, aspetti che mancano nei progetti legislativi in discussione. Qualcosa di positivo è stato fatto al Comune di Pescara dove è stata approvata una delibera sulla trasparenza amministrativa, in linea coi dettami del nuovo Codice degli Appalti, a costo zero per il contribuente, che però inspiegabilmente resta inapplicata dal punto di vista del regolamento e non riusciamo a capirne le ragioni. Quanto all'intervento del legislatore regionale ci auguriamo, nonostante tutto, qualcosa venga deciso e in tempi brevi perchè la crisi del mercato dell'informazione mette a rischio, oltre che i posti di lavoro o il reddito che un editore riesce a procurare attraverso la vendita di servizi pubblicitari, anche un bene fondamentale tutelato dalla nostra Costituzione: quella della libertà di stampa causa desertificazione e che in Italia come è noto a molti, ma in Abruzzo potrebbe anche essere molto peggio, è precipitato al 77esimo posto nel mondo".

Redazione Independent