“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Altro che referendum, è iniziata la campagna elettorale per la Nuova Pescara
Tra meno di due anni salvo clamorosi e improbabili dietrofront si torna alle urne per conquistare le poltronissime della 19/esima città metropolitana
Come ben riporta il quotidiano online IlMontesilvano.it la questione di conoscere la reale volontà popolare (leggi un nuovo referendum) per quanto riguarda il processo di fusione nella Nuova Pescara nasconde in realtà strategie politiche legate alla conquista delle ‘poltronissime’ che contano nella 19esima città metropolitana d’Italia.
Le ragioni (legali e non) sono ben spiegate nell’articolo e che di seguito riproponiamo in formato integrale:
Come sappiamo, nel 2014 la maggioranza dei cittadini montesilvanesi votò a favore del referendum consultivo per l’istituzione di un nuovo comune. Fu una consultazione certamente spinta da un vorace disamoreverso la classe politica e quel voto, sicuramente di protesta, aveva come obiettivo la riduzione dei costi della burocrazia e la speranza di migliori servizi offerti ai cittadini. Ma a distanza di quasi dieci anni da quella consultazione popolare ed a meno di due dal processo di fusione di Montesilvano con Pescara e Spoltore e con una legge regionale vigente già modificata, le situazioni sono cambiate completamente. Innanzitutto è mutato il ‘quadro’ politico ma poi sono mutate anche le premesse che spinsero i cittadini metropolitani (montesilvanesi, pescaresi e spoltoresi) a votare “si” alla cosiddetta ‘Grande Pescara’. In primis, c’è da considerare che la stessa classe dirigente coi suoi tempi biblici non ha fatto altro che ritardare questo processo (vedi, al contrario, l’esempio della Brexit). In saecundis, sono state moltiplicate quelle poltrone detestate dagli stessi cittadini attraverso lunghe ‘mediazioni’ sull’asse trasversale (centrodestra e centrosinistra) Pescara-Montesilvano-Spoltore e che ha prodotto ben quattro municipalità oltre ad un mega consiglio comunale per amministrare un territorio di nemmeno 200mila persone. Ora il sentimento popolare, almeno stando a ciò che si scrive sui social – che non è assolutamente indicativo! -, è quello del tradimento. Tuttavia anche cavalcare, adesso, questo profondo risentimento scatenato dalla stessa politica chiedendo un nuovo voto popolare(richiesto anche dal centrosinistra a Spoltore) per adottare il ‘vero’ desiderio dei cittadini montesilvanesi é quantomai assurdo, perché inutile ai fini legali. Per abrogare una legge regionale e’ necessario un referendum abrogativo e le possibilità che vengano raccolte le firme necessarie e’ quantomai improponibile*. Politicamente, leggi anche strumentalmente, il discorso cambia ed ha anche il sapore della campagna elettorale che a breve si scatenerà in tutti e tre i territori. Ecco, secondo il nostro punto di vista, il focus della questione è l’imminente campagna elettorale per la conquista delle ‘poltronissime’ nella 19/esima città metropolitana d’Italia: che vuol dire? La risposta la conoscete già.
(*) NOTA LEGALE
Art. 75
L’indizione del referendum abrogativo e i soggetti legittimati alla richiesta
1. Il Presidente della Giunta regionale indice referendum per l’abrogazione totale o parziale di una legge regionale, di un regolamento regionale, di un atto amministrativo generale o di programmazione, quando lo richiedano un cinquantesimo degli elettori, più Consigli comunali che rappresentino almeno un quinto della popolazione abruzzese, due Consigli provinciali.
2. La legge regionale stabilisce le modalità di svolgimento del referendum abrogativo.