Premio Silone per la tesi di laurea alla consigliera Leila Kechoud

L'esponente politica è contentissima e parla di “un riconoscimento emozionante per un’abruzzese e marsicana”

Premio Silone per la tesi di laurea alla consigliera Leila Kechoud

E A PESCINA HANNO PREMIATO LEILA. La consigliera comunale Leila Kechoud figura fra i premiati del ventesimo Premio Internazionale Ignazio Silone, andato allo scrittore e saggista sloveno Drago Jancar per la sezione letteraria. Il premio, nato per omaggiare la figura del celebre scrittore nato a Pescina il Primo Maggio nel 1900, è patrocinato dalla Regione Abruzzo e organizzato dal Centro Studi “Ignazio Silone” in sinergia con il Comune di Pescina, si è svolto il 29 e 30 aprile nel complesso monumentale trecentesco del teatro San Francesco, il museo Ignazio Silone e la sala conferenze dedicata allo scrittore sito nel centro storico della città. Alla Kechoud è andato il riconoscimento per la tesi di laurea, per “aver descritto la ricchezza della produzione intellettuale di Silone e la recezione del suo messaggio nel mondo, attraverso un'ampia analisi tematica e stilistica della sua opera”.

“Si tratta di una tesi discussa quattro anni fa – dice Leila Kechoud – un lavoro di ricerca su due assi principali della vita professionale di Silone: come scrittore e come giornalista, egli fu infatti direttore della Rivista Tempo Presente. Si tratta di due speciali ambiti di applicazione del linguaggio siloniano, un linguaggio particolarissimo e speciale, perché nonostante sia profondamente ancorato al territorio e lo rappresenti, è comunque sempre riuscito a trasmettere al mondo il messaggio universale e d’effetto della sua opera letteraria. Sono felice del premio sia per le mie origini marsicane, sia per il riconoscimento scientifico attribuito alla mia ricerca. Silone per me non è stato e non è solo un soggetto di studio, perché attraverso i suoi libri viene fuori l'immensa valenza liberatoria del lavoro che quando non è oppresso dal potere politico nemico può condurre anche i più umili “cafoni” al progresso, alla consapevolezza e all'attivo impegno sociale. I suoi "semi sotto la neve", sono quegli isolotti di resistenza dove si tenta di mantenere, a disposizione di quelli che verranno, i principi che restituiscono un senso alla vita perché è vero quello che scrisse, il contrasto non è più politico: è fra due modi opposti di considerare la vita e gli uomini".

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