Cultura, mille posti persi

La scure della finanza si è abbattuta sulla Regione Abruzzo - Lettera al Ministro per aiutare il settore

Cultura, mille posti persi

CULTURA, MILLE POSTI PERSI - L’intero mondo della cultura della nostra regione, centinaia di associazioni culturali, musei, biblioteche e altre istituzioni culturali, è stato messo in ginocchio da una costante e progressiva riduzione, per il quarto anno consecutivo, dei finanziamenti della regione Abruzzo relativi alla cultura: circa l’80% rispetto allo stanziamento del 2008 fino ad arrivare al 100 % in altri casi. Tale è la gravità della situazione che le associazioni e istituzioni culturali di Chieti, Teramo, L’Aquila, Pescara, Avezzano e Sulmona hanno scritto una lettera al Ministro per la Coesione territoriale Fabrizio Barca in cui annunciano di aver dovuto avviare la procedura per la messa in cassa integrazione dei loro dipendenti. Si parla di circa mille posti di lavoro persi.

DI IACOVO: «GOVERNO ASSENTE» - Le istituzioni culturali abruzzesi hanno tentato fino all’ultimo di convincere il Governo regionale ad includere il settore della cultura del Patto per lo Sviluppo, ma non hanno mai ricevuto risposta. «Al ministro Barca viene fatta una richiesta precisa e urgente - ha spiegato Giovanni Di Iacovo - , che almeno il 7% dei fondi dati dal suo Ministero alla Regione Abruzzo sia destinato a sostenere alle attività culturali. Sostengo pienamente - ha aggiunto l'esponente di Sel - questa richiesta perché ritengo fondamentale che un rilancio
dell’occupazione e dello sviluppo nella nostra regione passi attraverso quella che è una delle
nostre più straordinarie ricchezze: il grande patrimonio culturale della nostra regione e le decine di migliaia di persone che lavorano in questo settore». Niente cultura, niente sviluppo, dove per cultura intendo istruzione, ricerca scientifica, formazione, conoscenza, oltre che capacità in ogni ambito della produzione culturale. 

LA CULTURA CREA SVILUPPO - La cultura e la ricerca innescano l'innovazione, e dunque creano occupazione. «Chi pensa alla crescita senza ricerca, senza cultura, senza innovazione, ipotizza un futuro da “consumatori disoccupati” - ha concluso Di Iacovo - che è esattamente il baratro in cui stiamo finendo. Bisogna creare occupazione rilanciando cultura e ricerca. Per l’Abruzzo il settore della cultura deve diventare strategico per la creazione di lavoro e per
uno sviluppo complessivo del territorio». Come direbbe D'Annunzio: che fine ha fatto la terra dei pastori e dei poeti?

Redazione Independent