Una rivoluzione culturale

I mali della società (povertà, miseria, disperazione) sono l'eccesso di possesso e consumismo inutile

Una rivoluzione culturale

CRISI ECONOMICA. LA RISPOSTA E' UNA "RIVOLUZIONE CULTURALE". Scriveva Pier Paolo Pasolini nel bel mezzo degli anni del boom industriale. «Che cos'è che ha trasformato i proletari e i sottoproletari italiani, sostanzialmente, in piccolo borghesi, divorati, per di più, dall'ansia economica di esserlo? Che cos'è che ha trasformato le "masse" dei giovani in "masse" di criminaloidi? L'ho detto e ripetuto ormai decine di volte: una "seconda" rivoluzione industriale che in realtà in Italia è la "prima": il consumismo che ha distrutto cinicamente un mondo "reale", trasformandolo in una totale irrealtà, dove non c'è più scelta possibile tra male e bene. Donde l'ambiguità che caratterizza i criminali e la loro ferocia, prodotta dall'assoluta mancanza di ogni tradizionale conflitto interiore. Non c'è stata in loro scelta tra male e bene: ma una scelta tuttavia c'è stata: la scelta dell'impietrimento, della mancanza di ogni pietà». Parole che impressionano per la lungimiranza e l'attualità al contesto storico, sociale ed economico che l'Italia, oltre all'intera umanità intera, sta vivendo. Se oggi siamo dove siamo- la Grecia che brucia, la disoccupazione spagnola, l'agnoscia italiana etc etc - è perchè abbiamo voluto sempre troppo. Abbiamo seguito il modello delle "cose inutili" senza pensare che bastava il "necessario": come, ad esempio, le lunghissime file, anche notturne, per acquistare l'I-Phone! Per vivere bene proteggere ogni fascia della società dalla conzione di miseria economico e, soprattutto, dalla disperazione causata dall'esclusione sociale. La soluzione ai mali del mondo è soprattutto"culturale". 

Il (Sub)direttore