Chi Mangerà la colomba?

Traballa la panchina del "traghettatore" Bergodi. Ma anche la gestione Sebastiani è sotto accusa

Chi Mangerà la colomba?

CLIMA TESO IN CASA BIANCAZZURRA. Il clima è teso il casa biancazzurra. Sulla graticola, per la seconda volta in questa stagione maledetta, senza dubbio l'operato deI secondo allenatore messo alla guida del Delfino Pescara 1936, ma anche la gestione sportiva (e non) della società. A far infuriare i tifosi che sono in contestazione, oltre il disastroso girone di ritorno, i "sospetti" (magari anche infondati) su tutta una serie di situazione che, vuoi o non vuoi, lo "zoccolo duro" vuole conoscere. A cominciare dal mercato di giugno, quando la squadra è stata creata, fino alla vicenda della fuoriuscita di Don Peppe De Cecco (che un contributo importante poteva darlo) per andare dentro lo spogliatoio sul quale si è chiacchierato un bel pò. Dulcis in fundo la gestione finanziaria della società: poichè se è vero che dalla cessione di Marco Verratti sono arrivati (o arriveranno) 14 milioni di euro è pure incontestabile che saranno oltre 20 i milioni di euro dei diritti televisivi e merchandising. «Come sono stati utilizzati questi soldi?», hanno domandato i tifosi al presidente Sebastiani fuori dai cancelli dell'Adriatico. Senza considerare che c'è anche il bonifico Juan Fernando Quintero da incassare entro la fine dell'estare. Il 19enne mancino di Medellin è stato il miglior giocatore del Mondiale U20: dunque, andrà ceduto per non meno di quello che è stato per l'affaire col Paris Saint Germain. Totale: oltre 45 milioni in pochi anni. Non siamo commercialisti ma la matematica non è roba solo per dottori.

I NUMERI DEL GIRONE DI RITORNO. Tornando al "ruolino" dell 46enne allenatore di Bracciano, Cristiano Bergodi, ex difensore biancazzurro (oltre che biancoceleste), non si può dire che sia stato dei più incoraggianti. Bisogna davvero possedere un grande ottimismo per avere la vision della permanenza in Serie A di questo Pescara. I numeri, impietosi, parlano da sè. Nel girone di ritorno, fatta eccezione per i miseri punticini strappati contro il Palermo e Bologna, altrettante sono state le sconfitte (Lazio, Cagliari, Sampdoria, Inter e Torino). I biancazzurri sono penultimi, a quota 21, in coabitazione col Siena partito con un gap di punti importante ad inizio stagione. Le responsabilità di questa débâcle, naturamente, non sono soltanto dei due allenatori che si sono succeduti - Giovannino Stroppa non aveva alcuna esperienza se non nel campionato Svizzero - ma anche dei giocatori che si sono dimostrati non all'altezza della situazione ma, soprattutto, poco interessati alla maglia e tanto al portafoglio. Nella stagione della promozione, manco a dirlo, era stato Zeman il deus ex machina.

SBASTIANI «BERGDI HA LA FIDUCIA DELLA SQUADRA». I rumors che darebbero per certo l'esonero di Bergodi in caso di sconfitta domenica contro l'Udinese hanno infastidito, e non poco, il presidente Daniele Sebastiani. «Bergodi - ha detto nervosamente il N.1 biancazzurro - ha la fiducia della squadra ». Ma c'è già chi in società preferirebbe, magare per accontentare i tifosi e dare una scossa all'ambiente, affidare la guida all'allenatore della primavera Christian Bucchi e sperare che Zdenek Zeman possa tornare sulle sponde dell'Adriatico. Domenica sarà ancora assente gaetano D'Agostino infortunatosi contro il Cagliari all'iguine. Anche Quintero, non al meglio per problemi alla caviglia, comincerà la gara dalla panchina.



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