Umberto Di Primio lascia Ncd: "E' arrivato il momento di rimettermi in gioco"

Domani l'assemblea nazionale a Roma con gli onorevoli Federica Chiavaroli, Filippo Piccone, Paolo Tancredi. Parteciperà anche Giorgio D'Ignazio che ha accettato la delega in Regione

Umberto Di Primio lascia Ncd: "E' arrivato il momento di rimettermi in gioco"

CHIETI: DI PRIMIO LASCIA IL NUOVO CENTRO DESTRA. Il Sindaco di Chieti, Umberto Di Primio, in vista dell'Assemblea Nazionale del Nuovo Centrodestra convocata per domani a Roma, ha inviato una lettera ai componenti del Coordinamento Regionale del NCD: Senatrice Federica Chiavaroli, Onorevoli Filippo Piccone e Paolo Tancredi e  Consigliere Regionale Giorgio D’Ignazio.

Di seguito si allega il testo della lettera :

"Carissimi amici,

a poco più di tre anni dall’ottobre 2013, quando in qualche segreta stanza romana si decise di sciogliere il PdL, mi trovo nuovamente a fare i conti con lo scioglimento del mio partito, il Nuovo Centro Destra.

            Quando, alla fine del novembre 2013 fu decretata la fine del Pdl, ho deciso, con Voi e grazie a Voi, di essere tra i fondatori del NCD. L'ho fatto convinto perché ho intravisto nel nuovo movimento la mia nuova “casa politica”, costruita con i mattoni della mia militanza e fondata sui valori del centro destra, garanzia per l’oggi e testimonianza di un passato capace di generare futuro. Ho fatto quella scelta avendo sempre bene in mente da dove io e noi tutti venivamo e, soprattutto, con la inamovibile certezza che il NCD,  per usare le parole di Angelino, aveva “i piedi ben saldi nel centro destra”.

            Non è stato facile giustificare a me stesso e ai nostri amici la presenza del PdL prima e del NCD poi all’interno di esecutivi a maggioranza PD. Siamo stati nel governo di “unità nazionale” di Letta, voluto dallo stesso Berlusconi, e, poi, persino con Renzi, autore di uno dei più indegni “golpe di palazzo” (ricorderete il famoso “Enrico stai sereno”); tutto questo per non consegnare il Paese al caos e nelle tremolanti e pericolose mani del populismo grillino e perché dovevamo fare le riforme poi.

Se tutto questo è vero - non rinnego nulla di ciò che ho fatto - è altrettanto vero che si è ormai conclusa una fase iniziata con le elezioni politiche del febbraio 2013.

Non è più possibile, l’ho detto nell’ultima riunione della segreteria regionale, condividere la strada con la sinistra o con il centrosinistra che dir si voglia. L’Italia che io immagino è diversa.

Il mio dichiarato e visibile impegno, nonostante la diversa linea del partito, per il “no al referendum”, le mie ripetute prese di posizione da sindaco contro il governo Renzi ed il suo “giglio magico”, non sono mai state casuali, né frutto di preconcetti.

Mai fatto segreto, poi, di non gradire affatto la linea ondivaga del partito rispetto al posizionamento politico. Saremo anche stati al governo col PD, ma quella stagione è definitivamente tramontata ed io ora come allora vedo solo nel centro destra un mio possibile impegno politico.

Sento di essere e di agire politicamente ed istituzionalmente da “moderato”, se moderato vuol dire agire con coscienza, per il bene comune, con equilibrio, con lo sguardo rivolto a chi ha più bisogno e con coerenza. Non credo, invece, che per moderato debba intendersi chi in politica è buono per tutte le stagioni. Né che sia indifferente stare a destra oppure a sinistra del campo, quando le due parti si differenziano per cultura e valori di riferimento. Saranno finite le ideologie, ma non potranno mai finire i valori e le idee attraverso le quali si disegna, indelebile, la linea che distingue me dalla sinistra e dal centro sinistra. Per questo non mi può bastare la dichiarazione di Alfano che definisce “moderato” il nuovo soggetto politico senza collocarlo nell’alveo del centro destra.

Non aderirò a questo “nuovo partito” perché non ho ancora sentito dire che usciremo dal governo Gentiloni/Renzi, non ho sentito dire che siamo e resteremo sempre un movimento di centro destra. Essere moderati non vuol dire non essere chiari con noi stessi e con i cittadini. Non si può e non voglio stare con chiunque. Chi pensa di fare politica in questo modo, chi si accinge a riproporre alleanze con i fautori della politica  “dei due forni”, non può per me essere riferimento politico. Io non aspetto la legge elettorale per vedere con chi mi conviene stare. Io sto con le mie idee, con la mia coerenza, con la mia gente, con coloro che ci hanno dato, con il proprio consenso, la possibilità di fare il sindaco, i consiglieri regionali e persino i parlamentari.

Quando è stato sciolto il PdL, ho creduto, con coloro che continuo a ritenere tra le migliori espressioni ed intelligenze della politica italiana, che il nostro impegno fosse quello di realizzare le condizioni perché il centro destra potesse tornare, unito, ad essere il riferimento politico degli italiani. Non ho mai pensato che il NCD potesse essere l’ennesimo partitino da offrire ai sondaggisti, né che potessimo essere stampella dei governi di centro sinistra, nè che l'obiettivo fosse la soglia di sbarramento per poi trattare posti in questo o quel governo.

 Oggi, in mancanza di quelle risposte che invano ho chiesto, alla luce di condotte che creano dubbi ai nostri elettori su dove é collocato politicamente il NCD, nonché dopo aver sentito Alfano a Roccaraso, ritengo che il mio impegno politico, piuttosto che nel nuovo partito, possa essere più utilmente speso mettendolo a disposizione di quanti, in Abruzzo ed in Italia,  vogliono lavorare per unire le varie anime del centro destra e per creare un nuovo progetto per il governo del Paese.

Non sarà facile, ma lo dobbiamo a quei milioni di italiani che hanno seguito Berlusconi in questi anni, lo dobbiamo a coloro che non hanno scelto di votarci per colpa del nostro disfattismo ed autolesionismo, lo dobbiamo ai tanti che sperano ancora in un centro destra vicino alla gente e per la gente, che si occupi dei problemi reali del Paese e dia risposte su occupazione e rilancio della economia, sicurezza e gestione dei flussi migratori, riduzione delle tasse e del costo del lavoro, sanità ed ambiente, famiglia ed Europa.

Su questi temi, i cittadini della nostra regione e gli italiani, chiedono di sentire la voce e le proposte di un centro destra unito, chiaro, coerente, capace di costruire e restituire fiducia e speranza nel futuro; un centro destra coeso contro le bugie e l’inefficienza del centro sinistra, contro i proclami vuoti del populismo grillino.

È arrivato per me il momento di rimettermi in gioco non per costruire un nuovo partito, ma per piantare solide basi per il futuro di un centro destra memore del proprio passato, delle buone cose fatte e degli errori commessi, consapevole del proprio presente, difficile e disgregato, che crede nel proprio domani e sceglie di stare nelle istituzioni affianco alla gente.

Nell’augurarvi di fare buone scelte il prossimo 18 marzo, certo che comprenderete la mia posizione, sappiate che potrete sempre contare su di me laddove la vostra scelta volesse essere quella di ricostruire insieme il centro destra.

Con immutata amicizia

 

Redazione Independent