Tunisia in lutto per Belaid

Oggi i funerali del leader dell'opposizione assassinato due giorni fa. C'entra la Lega per la difesa della Rivoluzione?

Tunisia in lutto per Belaid

TUNISIA FERMA PER I FUNERALI DEL LEADER ASSASSINATO. Oggi la Tunisia in concomitanza con i funerali di Chokri Belaid si è fermata. Dopo due giorni di ripetuti scontri tra polizia e manifestanti, scuole,negozi, uffici e industrie sono chiusi per lo sciopero generale di protesta indetto dal sindacato Ugtt, l'unione generale dei lavoratori tunisini. Perfino l'aeroporto di Tunisi è chiuso al traffico aereo. Il paese, che vive una situazione di estrema  tensione in seguito all'omicidio del leader laico di sinistra Belaid, è diviso tra sostenitori islamisti del governo e oppositori laici.

I MANDANTI DELL'OMICIDIO DI BELAID. Secondo gli esponenti del fronte popolare Nidaa Tounes, di cui Belaid era leader, i mandanti vanno ricercati tra gli esponenti della "Lega per la difesa della rivoluzione", ala dura del partito islamista di governo Ennahda. La crisi economica  che attenaglia il paese ha contribuito ad esasperare gli animi dei manifestanti, nonostante la promessa, non ancora mantenuta per l'opposizione di Ennahda, del primo ministro Hamadi Jebali di formare un nuovo governo tecnico. L'opposizione apertamente accusa Ennahda ed il governo di aver permesso ai gruppi salafiti organizzati nella Lega per la difesa della rivoluzione, di compiere atti di violenza sugli oppositori. In questa situazione di caos generale, l'intervento dell'esercito è possibile e per i leader dell'opposizione auspicabile.

I FONDAMENTALISTI APPROFITTANO DELLA CRISI ECONOMICA. Il generale Ammar, capo delle forze armate, è visto con favore da Nidaa Tounes, per essersi opposto a schierare le truppe in difesa del deposto presidente Ben Alì. Il timore delle forze laiche è che la Tunisia messa in ginocchio dalla crisi economica, i movimenti religiosi intransigenti e fondamentalisti possano prendere il sopravvento ed imporre la sharia nella nuova costituzione. I partiti d'opposizione laici in segno di protesta hanno ritirato in massa i propri rappresentanti dalla assamblea costituente.

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