Trifuoggi tuona sulla Sanitopoli d'Abruzzo: "Adesso chi risarcirà i cittadini abruzzesi?"

L'ex capo della procura di Pescara commenta quanto dichiarato all'Ansa da Daniele Capezzone. Del Turco: "Solo schizzi di fango"

Trifuoggi tuona sulla Sanitopoli d'Abruzzo: "Adesso chi risarcirà i cittadini abruzzesi?"

"SANITOPOLI ABRUZZO", AMARO IL COMMENTO DELL'EX PM TRIFUOGGI: "E' UNA SCONFITTA DELLA GIUSTIZIA". L'ex capo della Procura di Pescara, Nicola Trifuoggi, che insieme a Giuseppe Bellelli e Giampiero Di Florio ha condotto l'inchiesta cosiddetta "Sanitopoli d'Abruzzo", risponde alle dichiarazioni del politico Daniele Capezzone sul 'mancato risarcimento a Del Turco'. Secondo quanto riporta l'agenzia Ansa, Trifuoggi ha spiegato che "Ottaviano Del Turco è stato condannato definitivamente per quella che prima della legge Severino si chiamava concussione povera anima di Dio, sento che nessuno è stato condannato, mentre mi chiedo alla luce della condanna definitiva di Del Turco chi risarcirà l'intero popolo abruzzese dei danni fatti alla sanità regionale. Sento anche che c'è gente - prosegue l'ex pm titolare del processo contro l'ex governatore - che si accontenta del fatto che è caduto il reato di associazione per delinquere: ma quello non era il reato più grave, visto che è un reato che prevede cinque anni, mentre per le tangenti la pena massima è a otto anni. Quindi la concussione è evidente e definitivamente accertata. Presunte tangenti? - si chiede Trifuoggi - No, chiariamolo una volta per tutte: sono tangenti. E per quanto riguarda le prescrizioni siamo di fronte ad un'ulteriore sconfitta della giustizia".

DEL TURCO: "SOLO SCHIZZI DI FANGO". Il principale protagonista della vicenda riguardo alla sentenza della Corte Costituzionale ha tenuto a ribadire la sua posizione. “La montagna di prove che doveva schiacciarmi - dice l'ex sindacalista e ministro - si è dimostrata per quello che era: una montagna di fango. E quando sei sommerso da una montagna di fango e riesci a non soffocare è quasi impossibile che non ti rimanga addosso qualche schizzo. Già la corte di appello mi aveva assolto da tutti i reati di abuso e di falso ideologico. E da 18 delle 21 fantasiose dazioni di denaro che avrei ricevuto, e delle quali non è mai stato trovato un solo euro. Ora si dissolve anche l’associazione per delinquere. Non trovo in questa vicenda nessun altro senso  se non la evidente necessità di dare una parvenza, seppure grottesca, di giustificazione alla infamia che ha travolto una giunta regionale democraticamente eletta e con essa la vita mia e di molti di noi”.

RESTA IL PROCESSO COSTOSISSIMO. Ricordiamo che questo procedimento giudiziario, nelle varie fasi processuali, iniziato all'incirca nel 2007, ha avuto un costo elevatissimo sia per il contribuente che per le parti in causa e che al momento non è possibile stimare. Ma certamente tra perizie, indagini, consulenze di parte, private e avvocati difensori la cifra potrebbe raggiungere anche i 4/5 milioni di euro, e forse è anche per difetto. Adesso toccherà ai giudici della Corte di Appello di Perugia riscrivere la sentenza d’appello emessa dalla Corte d’Appello dell’Aquila il 20 novembre 2015. Ma su questo procedimento c'è la prescrizione, che maturerà entro la fine dell'anno.


Redazione Independent