Sulmona, il punto nascite verso il salvataggio per ovvie ragioni

Nonostante la scarsa natalità (226 parti o scorso anni) la struttura serve per la troppa distanza per raggiungere Avezzano e L'Aquila

Sulmona, il punto nascite verso il salvataggio per ovvie ragioni

SULMONA, IL PUNTO NASCITE VERSO IL SALVATAGGIO. La domanda, molto banale, è la seguente: ma dove sarebbero dovuti nascere i neonati della Valle Peligna, ad Avezzano o L'Aquila? Quelle distanze, soprattutto se percose d'inverno e in ovvie circostanze di emergenza, metterebbero in pericolo la vita delle partorienti e dei piccoli nel grembo. Anche la Commissione tecnica regionale, nominata dalla giunta Chiodi nel 2012 sul piano di riorganizzazione dei punti nascita in Abruzzo, aveva indicato che l'unico dei quattro punti nascite che si poteva tenere, gli altri sono penne, Atri e Ortona, era quello di Sulmona. In pratica i tecnici avevano spiegato chiaramente che i tempi di percorrenza dall'Alto Sangro e dalla Valle Peligna per raggiungere gli ospedali di Avezzano e L'Aquila superano abbondantemente le distanze stabilite dal Piano di emergenza sanitario nazionale. 

A tirare fuori il documento, in realtà sarebbero anche due  - uno secondo il portavoce Luigi La Civita cancellato grossolanamente - sono stati gli attivisti sulmonesi di 'Pro punto nascita', che da 19 giorni occupano simbolicamente l'aula consiliare del comune di Sulmona.

Adesso che farà la Giunta D'Alfonso? Come mai l'assessore alla Sanità Silvio Paolucci ed il commissario ad acta non conoscevano l'esistenza di questo documento? E, infine, come mai l'ex governatore Gianni Chiodi non ha cavalcato la protesta, poichè lui stesso aveva nominato quella commissione?

Redazione Independent