Sanitopoli, parla Angelini

Il "Grande accusatore" di Del Turco: «Ho subito un'estersione. Pagavo e alla fine mi hanno fatto fuori»

Sanitopoli, parla Angelini

SANITOPOLI – Riparte il processo, comunemente chiamato “Sanitopoli”, sulle presunti tangenti nella sanità abruzzese. Sono presenti i due principali protagonisti della vicenda giudiziaria e cioè: Ottaviano Del Turco e Enzo Maria Angelini. L’aula 1 del tribunale di Pescara è stracolma, almeno venti persone sono in piedi presenti tra il pubblico. Nei banchi, al fianco dei rispettivi legali, ci sono anche gli altri imputati: Sabatino Aracu, Lamberto Quarta, Giovanni Pace, Luigi Conga, Bernardo Mazzocca, AntonioBoschetti e Gianluca Zelli. Il procuratore capo Trifuoggi prende la parola riferendosi a un’istanza di rinvio presentata dall’avvocato Caiazza, difesa Del Turco. Trifuoggi al presidente Carmelo De Santis: “Non ci faremo intimidire da un altro processo, quello di beatificazione dell'imputato”. Interviene Del Turco con dichiarazioni spontanee: “Per 4 anni sono stato oggetto di una campagna stampa tesa ad accertare la presunta colpevolezza. Per 4 anni non sono mai stato citato dall’Unità e tutti conoscono le mie vicende con Violante. Ben altri processi di beatificazione ci sono stati di questo processo”. Il processo riprende con  l'interrogatorio di Enzo Mancinelli, responsabile regionale dei rapporti con le cliniche private, iniziato la scorsa udienza. Poi, è il turno del grande accusatore Enzo Maria Angelini che, a sorpresa, chiede di non essere ripreso dalla telecamere

L’ESAME DI ANGELINI – Il Pm Di Florio chiede delle presunte dazioni agli imputato Luigi Conga, ex direttore generale della Asl di Chieti, e quelle al partito Forza Italia. Angelini: “Tutte le dazioni che ho fatto a Conga sono riportate nell’incidente probatorio”. Nell’ambito del rapporto con Conga che Angelini ha definito “lungo e doloroso”, si è parlato anche di Sabatino Aracu, “dominus – sempre secondo Angelini - di Forza Italia”. L’ex titolare di Villa Pini ha raccontato dell’inizio delle presunte dazioni, indicate dal teste nel periodo del 2004. “Conga mi disse vai a parlare con Sabatino Aracu. Ci andai ed Aracu mi spiegò di essere un soggetto con tanti problemi, con tante pendenze e quindi devi pagare. Mi disse anche che tutto dipendeva da lui, in quanto capo di Forza Italia in Abruzzo. Io già pagavo Conga. Io dissi: Quanti mi domandai quanti ne devo pagare? Lui mi ripose che Conga era una cosa lui un’altra”. Il Pm Di Florio: “Come avvenivano le dazioni?” Angelini: Conga mi telefonava e mi diceva quanto portare ad Aracu. Io andavo sempre a casa sua, in via Sulmona, Aracu abitava all’ultimo piano”. Pm: “Quando è stata data la prima dazione chi gliela chiese, Aracu o Conga?”. Angelini: “Io facevo l’appaltatore pubblico ed è patetico dirlo in questa aula. Mi sono state fatte delle estorsioni”. Di Florio rammenta al grande accusatore che il 22 giugno 2009 ha portato un elenco delle dazioni fatte all’onorevole Aracu, Angelini: “Ad Aracu diedi 980mila euro”. Il pm ricostruisce puntualmente tutte le dazioni effettuati da Angelini dal 2004 in poi. Viene mostrato il documento consegnato da Angelini alla procura, recante in calce la sua firma. Si tratta di prelievi per cassa da 50 mila euro in su.

500MILA EURO A FORZA ITALIA - Angelini è un fiume in piena, quando il pm Di Florio gli chiede delle presunte consegne ad Aracu, nell'appartamento di via Sulmona. "Era sempre Conga/Rossicol che mi contattava e mi diceva il giorno e l’ora e il quantum. Andavo e nel salotto davo le somme ad Aracu. C’è un momento in cui io cerco di contattare Cicchitto, ma ottengo un muro e non riesco a parlare con nessuno. Scopro che era stato Aracu ad avermi bloccato, Parlo con Zelli e lui mi suggerisce di andare più in alto. Mi recai nella sede di Forza Italia con Zelli e parlai con Bondi. Bondi convenne con me con termini flebili e pacati sul fatto che il partito non andava bene in Abruzzo e non si adoperò. Seguendo un altro suggerimento di Zelli pensai ad un versamento a Forza Italia. Volevo dare 200 mila euro, ma Zelli si impose e mi convinse a versare 500mila euro. Ne parlai con l’onorevole Rocco Crimi a Roma. Dopodichè tornammo in azienda e facemmo un cda per fare una dazione a Forza Italia di 500mila euro", così Enzo Maria Angelini.

CHIAMATO IN CAUSA CARLO DE BENEDETTI - Sottoposto al controesame dell'avvocato di Del Turco, Caizza, Enzo Maria Angelini chiama in causa anche l'impreditore Carlo De Benedetti. "Del Turco voleva farmi vedere Villa Pini a Carlo De Benedetti", ha detto in aula in maniera molto veemente. L'udienza odierna si conclude con la nuova calendarizzazione del processo, dettata dal giudice Carmelo De Santis, il quale - considerato che sono stati sentiti solo 43 testimoni su 700 e sulla base di quanto spontaneamente dichiarato da Del Turco circa  il "giusto processo" - ha indicato nuove udienze da qui sino alla fine di dicembre. «Dobbiamo concludere questo processo ed arrivare ad una sentenza», queste parole, pronunciate alla fine dell'udienza, hanno suscitato le ire degli avvocati.

 

 Marco Beef