“Legami alle comete, come alle code dei cavalli, trascinami, squarciandomi sulle punte delle stelle.”. Vladimir Vladimirovič Majakovskij
Renzi? Come da Mc Donald's
Teatro Massimo strapieno, nonostante la pioggia, per il politico/showman fiorentino. Assenti i vertici dei Democrat
PRIMARIE PD. MATTEO RENZI: ADESSO! Avete presente il motivetto che chiude la pubblicità del celebre panino "stelle e strisce"? Do! Do! Do... Do! Doo! Bene. Ci è mancato solo che, alla fine di ogni discorso, venisse lanciato dalla regia (come sottofondo) per chiedere gli applausi alla platea di un Cinema Teatro Massimo strapieno e incantato. Eh, sì! Perché c'era davvero tanta gente, soprattutto giovani, ad assistere alla performance del politico fiorentino Matteo Renzi, 37 anni, laureato in giurisprudenza, due volte sindaco di Firenze, sorriso accattivante, i-phone in tasca e battuta maremmana. E' lui il candidato "monello" per le primarie per il Partito Democratico e, forse, anche prossimo premier della Repubblica Italiana. Risate, indignazione, calcio, saluti di rito - «Ciao Manuel Estiarte» -, prospettive, ottimismo e frecciatine al Gotha del Pd (convitato baffuto di pietra, Massimo D'Alema): tutto questo è stato lo show "Primarie 2012, Matteo Renzi Adesso!"
ASSENTI I VERTICI DEL PARTITO. Nota dolente, oltre il diluvio universale che Zeus (o sempre lui, D'Alema) ha scatenato sulla città di Pescara, l'assenza (oltranzista) dei vertici della politica abruzzese: prova che se uno è giovane e di talento, anziché promuoverlo, spingerlo e magari mandarlo avanti, lo si snobba quasi fosse un corpo estraneo, una specie di virus sfuggito al controllo del sistema immunitario centralizzato, come una spora impazzita degli anni Novanta. Insomma, i soliti corsi e ricorsi della politica italiana. Si fanno spallucce, poi, non appena il nuovo sovrano "alieno" viene incoronato, tutti giocoforza a novanta gradi.
IL FUTURO GOVERNO. Perché se Matteo Renzi dovesse vincere la sfida con Pierluigi Bersani - ed è molto probabile - e se Rigor Monti (come lo chiama Beppe Grillo) non dovesse ricandidarsi, allora sarà proprio lui il prossimo Primo Ministro del Governo italiano. Già, ma insieme a chi? Ovviamente ai soliti noti. Immaginiamo il "nemico" D'Alema agli esteri, Di Pietro alla Giustizia, Casini all'Interno, Bersani all'Economia, Vendola alla Cultura o all'Istruzione. Cioè: come dire, sempre la stessa ribollita? O come dicono in Toscana: Oh, mio Dio bonino!
Marco le Boeuf




