Pescara in crisi, le cause

Biancazzurri sconfitti anche a Carrara

Pescara in crisi, le cause

Il Pescara di ieri contro il Pescara di oggi. Un po' come quando ti innamori di un prodotto su internet e poi quando ti arriva a casa sembra essere la brutta copia di quello che ti aspettavi. Contro la Carrarese, la peggiore gara di campionato dei biancazzurri, incapaci di creare le tante azioni da gol che solitamente costellano le loro partite. Va da sé che gli abruzzesi escano dallo Stadio dei Marmi con un pugno di mosche in mano al termine di un match giocato in modo addirittura più molle del terreno di gioco, in certi punti reso campo di patate dalle drammatiche piogge torrenziali delle ultime ore. Ma non ci sono scusanti per i ragazzi di mister Zdenek Zeman, certamente involuti nel corso dell'ultimo mese. Terza sconfitta nelle ultime tre partite per Plizzari & C. che non sanno più vincere sia dentro che fuori casa. Difficile riuscire a difendere in qualche modo questo Pescara, lontanissimo parente di quello che entusiasmava e vinceva di slancio. Se piombassimo improvvisamente nel Medioevo inizierebbe una caccia alle streghe che terminerebbe senza dubbio con il tecnico boemo al rogo perché una serie tale di risultati, per una squadra che ambisce al salto di categoria, è assolutamente inaccettabile. Ma anche ai nostri giorni, è necessario che tutti si prendano le proprie responsabilità, a partire dall'allenatore che non può affrancarsela addossando la colpa ai suoi giocatori dopo una gara così deludente. Se in altre occasioni la mole di gioco si è rivelata importante, a Carrara è stata quasi nulla; l'unica certezza è, purtroppo, la difesa che continua a fare acqua posizionando i biancazzurri tra le ultimissime della classifica per i gol subiti nel corso di questo campionato. Per arginare la débâcle e tornare a fare punti, però, è necessario trovare i problemi e risolverli. Il primo riguarda l'allenatore: Zeman (che è lo stesso rispetto all'inizio del campionato) deve fare mea culpa. L'allenatore ha da sempre dei lati spigolosi che, forse anche per questioni anagrafiche, diventano sempre più difficili da affrontare: l'aspetto psicologico in questo caso è fondamentale. Non si discute, infatti, la bontà dell'operato del tecnico dal punto di vista del campo, ma sono in discussione la gestione della squadra in toto e le dichiarazioni precedenti e successive alle gare. Il tecnico, infatti, sembra addirittura meno diplomatico del passato: con lui è sempre e solo (mi scuserà per i colori) o bianco o nero, dimenticando che esiste tutta una gamma di sfumature di grigio (qualcuno dice che ne siano addirittura 50). I giocatori, bersagliati spesso dalle dichiarazioni pungenti di Zdenek in passato, potrebbero infatti non aver accolto positivamente le critiche arrivate anche dopo vittorie importanti. La non considerazione di elementi di peso rimasti troppo in panchina, come ad esempio Mora, di certo non migliora la coesione dello spogliatoio. Insomma, il tecnico qualche pecca la sta dimostrando e dovrà lavorare anche su di sé per migliorare. La squadra: i giocatori sono stanchi e sfiduciati, oltre ad essere di serie C. Non mi stupisco se, dopo una cavalcata entusiasmante, attaccanti come Cuppone o Merola poi sbaglino davanti alla porta: probabilmente se la loro percentuale di realizzazione fosse stata migliore, staremmo parlando di assi. Tommasini è ancora troppo fuori dal gioco. A centrocampo si fa più difficoltà del previsto anche se il reparto offre molto. Tuttavia, tra giocatori non considerati o poco utilizzati, la resa sta diminuendo di partita in partita. In difesa, per attendere un cambio forse si aspettano le squalifiche: Mesik, che era diffidato prima di Carrara, dopo il giallo subito dovrà scontare un turno di fermo. Nella prossima partita interna contro il Rimini vedremo, quindi, in campo qualcuno tra Pellacani e Di Pasquale accanto all'inamovibile Brosco. Un 'aiuto' per Zeman che potrà affidarsi, anche se mal volentieri, a qualche novità.