Ora tocca alla sanità

Chi fermerà il premier Monti ed il suo piano neoliberista? L'Italia è un paese per vecchi ma non per vecchi

Ora tocca alla sanità

L'ITALIA E' UN PAESE DI VECCHI MA NON PER VECCHI. In Europa il progressivo invecchiamento della popolazione pone, tra l'altro, il problema del finaziamento del servizio sanitario. A maggior ragione l'Italia, il paese più vecchio d'Europa, l'unico con il 20% di persone con più di 65 anni, dovrebbe seriamente preoccuparsene. L'UE ha da tempo affrontato l'emergenza anzianità con l'iniziativa Sanit che è giunta ormai alla nona edizione. 

LE RISPOSTE DELLA SANITA' ALL'INVECCHIAMENTO DELLA POPOLAZIONE. Al Quirilino si è svolta la cerimonia di chiusura dell' Anno Europeo dell'Invecchiamento Attivo e della solidarietà tra generazioni, iniziativa promossa da Sanit 2012, il cui scopo è quello di aiutare gli anziani  ad avere un ruolo attivo nella società. Il convegno si è naturalmente occupato dell'evoluzione delle politiche sanitarie nazionali e regionali in rapporto all'invecchiamento della popolazione.

MONTI VUOLE RIVEDERE IL FINANZIAMENTO AL SSN. Il Premier Monti nel suo intervento ha riconosciuto che anche grazie al contributo del Sistema Sanitario si vive più a lungo ed in salute, e, sempre a proposito della Sanità Pubblica, ha fatto una dichiarazione poco chiara e, cioè, che la sanità pubblica "ora anche in virtù del proprio stesso successo, essa è chiamata a ripensarsi in vista di una rimodulazione fatta di innovazioni e adattamenti di cui dobbiamo avere consapevolezza". Ed infine "c'è bisogno di vincere la chiusura mentale al cambiamento". Un pò più chiaro è stato qualche giorno prima a Palermo quando aveva affermato "Il nostro SSN, di cui andiamo fieri, potrebbe non essere garantito se non si individuano nuove modalità di finanziamento".

PRIVATIZZAZIONE O AUMENTO DELLA FISCALITA'? Ha ragione Monti quando si pone in prospettiva il problema della sostenibilità finanziaria del SSN resa problematica del progressivo invecchiamento della popolazione che avrà bisogno di più cure e per più lunghi periodi di tempo.Inoltre le cure saranno sempre più costose a causa delle innovazioni tecnologiche. Anche la solidarietà tra le generazioni, pilastro dello stato sociale, può essere messa in crisi se si pensa che tra non molto ci saranno solo 2 persone a lavorare per ogni pensionato. La soluzione che sembra prospettarsi è quella di un'ulteriore sforbiciata ai finanziamenti ad una sanità pubblica che, gravata dal costo della politica che persiste nella sua voracità onnivora, si vede costretta a fornire prestazioni  sanitarie sempre più scadenti. D'altra parte una privatizzazione strisciante già esiste sopratutto per chi, potendo permetterselo, ricorre al privato. Ad esempio le cure odontoiatriche e quelle oculistiche in pratica sono già di fatto privatzzate. Oppure il ricorso all'aumento dell'imposizione fiscale e dei ticket, altra strada che sin'ora si è seguita,  potrebbe accentuarsi.

LA VISIONE LIBERISTA: ASSICURAZIONI SANITARIE PRIVATE. Non è chiaro cosa pensi l'attuale governo a proposito di soluzioni alternative a quelle fin'ora praticate. Conoscendo, però, l'impostazione liberista di Monti e del suo governo, non è una boutade affermare che esso stia pensando al ricorso al privato che sarebbe ben lieto di intervenire con polizze di assicurazioni integrative sanitarie e pensionistiche, secondo il modello fallimentare americano. Altra ipotesi che circola, non nuova in Italia, è il ricorso a fondi integrativi finanziati dai lavoratori ed imprenditori.

IL SILENZIO DI BERSANI. Pur essendo reale il rischio dello smantellamento del SSN unico, basato sul principio solidaristico, è strano che il tema sembra non interessare più di tanto i media ed ancor meno la coalizione di centro sinistra che potrebbe andare  al governo del paese. Sarebbe opportuno che Bersani, attualmente impegnato ad assicurare poltrone agli uomini e alle donne "dell'usato sicuro", spendesse qualche parola per rassicurare i cittadini, visto che lui non "vuole raccontare favole agli italiani", che non ci hanno mai creduto (alle favole non a Bersani).

Clemente Manzo