Moscufo al centro del dibattito per il volto del Duce

Il professor D'Emilio autore di una performance antifascista è stato denunciato per imbrattamento e deturpazione. Ma cos'è veramente scandaloso?

Moscufo al centro del dibattito per il volto del Duce

C'è un piccolo comune, quello di Moscufo in Provincia di Pescara, che è balzato agli onori della cronaca locale e nazionale per una vicenda piuttosto curiosa ma soprattutto divisiva. Nella centralissima piazza Umberto I, su un palazzo di proprietà pubblica, resiste da tempo immemore il volto del dittatore Benito Mussolini accompagnato dalla malaugurante scritta nera, in tutti i sensi, "Noi tireremo dritto". Ebbene, in occasione di un evento pubblico, un docente di storia e filosofia noto per il suo impegno civico e le sue battaglie contro il negazionismo storico, il professor Andrea D'Emilio, ha preso una scala ed in pubblico ha realizzato una scritta con una vernice rossa lavabile "Moscufo e' antifascista". Da lì, apriti cielo! Il primo cittadino del piccolo comune del pescarese, l'ingegner Pietro Di Pietro presente in quel momento ed a guida di una coalizione di centrosinistra dopo un ventennio di dominio del centrodestra, ha denunciato D'Emilio ai sensi dell'articolo 639 del codice penale che prevede il reato di deturpamento e imbrattamento di cose altrui. Va detto che il primo cittadino moscufese, in una lunga lettera inviata alla stampa, si è dichiarato antifascista così come tutto il comune di Moscufo che appartiene alla Repubblica Italiana. D'Emilio, tuttavia, nel compiere il suo gesto aveva, risparmiato il volto del tiranno fascista e della scritta ribadendo di essere disposto a pagare di sue spese una targa, rossa, firmata "i cittadini" da mettere sotto il faccione del Duce. La proposta non è stata accettata e, come avremo modo di seguire, seguirà fi sviluppi legali del caso benché, appunto, di caso particolare si tratta. Sui social la questione è ampiamente dibattuta dai cittadini moscufesi soprattuto e non solo da chi, tra virgolette, parteggia per l'una o l'altra causa. Silenzio, un po' inquietante, da parte dei partiti politi di centrosinistra mentre il centrodestra ha chiesto una punizione severa per D'Emilio. Di certo c'è che il protagonista di questa storia non ha agito di nascosto, come invece già capitato in passato a Moscufo, dove qualcuno nottetempo aveva disegnato una grossa "X" sul volto del Duce. C'è poi da considerare anche la cautela avuta da D'Emilio che non ha voluto deturpare il volto di Mussolini ma solamente sollecitare la realizzazione di una targa a memoria dei partigiani moscufesi che si batterono e morirono per la libertà di tutto dalle barbarie del nazifascismo. Solamente ANPI e qualche simpatizzante delle gesta del professor D'Emilio sono schierati, tra essi c'è chi vorrebbe una soluzione pacifica e stragiudiziale. Tutto il paese di Moscufo, invece, è compatto nella condanna al gesto ritenuto scandaloso/oltraggioso e, come di ha raccontato una cittadina, accaduto in un momento storico completamente inopportuno. Ma solamente il tempo, padre tempo, dirà chi di questa storia e' il vero colpevole o chi è innocente, oppure nulla di tutto questo: perché la verità giuridica non ha nulla a che fare con la verità storica.