Lo confesso... sono un malpancista convinto

Sono quelli che vivono male la contraddizione tra il dovere di essere leali verso il proprio partito o movimento e le profonde convinzioni morali e politiche

LO CONFESSO SONO UN MALPANCISTA CONVINTO. Recentemente i media hanno coniato un neologismo quello del malpancismo, per lo più con connotazioni negative. Nel 1998 Dario Fo dichiarò di avvertire "mal di pancia" di fronte ad un governo D'Alema sostenuto da Cossiga e Udeur. Sebastiano Messina di Repubblica scriveva che i malpancisti sono "quelli che marciano dietro la bandiera portandosi in corpo il peso di un dubbio indigesto". In altre parole "malpancisti ", sono coloro che vivono male la contraddizione tra il dovere di essere leali verso il proprio partito o movimento e le profonde convinzioni morali e politiche che di per se li porterebbero a dissentire e quindi a dissociarsi dalle posizioni ufficiali. Per dirla in termini letterari, i malpancisti sono come Virgilio che nell'Inferno danteco si trovava tra "color che son sospesi". Malpancisti si trovano un pò in tutti i partiti. Per esempio Fassina e Civati nel Pd, Bondi in Forza Italia, Formigoni nel Ncd. Nel M5S, invece non ci sono malpancisti perchè solitamante, come anche oggi sul Fatto quotidiano ha ammesso Casaleggio, finiscono con l'essere espulsi.
MIA FIGLIA MARIA OVVERO IL MIO SUPER-IO. Oggi, nel giorno della celebrazione della Pasqua, ho capito che il malpancismo è una categoria universale che riguarda non solo la sfera politica, ma anche quella più intima perché ha a che fare con il conflitto tra il principio del piacere e quello
di realtà di freudiana memoria. Come dicevo Pasqua è un giorno di festa specialmente per gli umani di fede cristiana. Ma per quegli animali che come gli agnelli finiscono arrostiti o al forno invece è un giorno di lutto. Per loro è come se se fosse, absit iniura verbis, la Shoah, una Shoah animale, con l'aggravante che l'olocausto di agnelli, non si verifica una tantum ma si ripropone immancabilmente ad ogni Pasqua. In preda ai sensi di colpa, evocati dal mio super-io incarnato in mia figlia Maria divenuta vegetariana per misteriose vie e con pericolose tendenze vegane, il mio solito menù pasquale, a base di carne si è stato trasformato in un menù vegetariano. La mia pancia, colta di sprovvista, ha dovuto rinunciare all'agnello al forno con patate, alle polpette come le faceva mia madre con tanto pane poca carne, e niente meno che a "cace e ove" e alle sublimi "mazzarelle" teramane. La mia pancia persegue il principio del piacere e se ne frega dei dictat morali, vive come un'ingiustizia
la privazione di arrosti di pesce o di carne, dello spaghetto con le vongole, ecc. ecc. Purtroppo la mia pancia, non essendo accolturata, non ha argomenti da contrapporre alla vegetariana domestica che in base al "principio di realtà", mi fa soggiacere ad una 'alimentazione salutistica che la mia pancia "malpancista", odia "visceralmente".
I POLITICI CHE NON SONO MALPANCISTI. Tornando all'utilizzo della categoria del malpancismo che i media e la maggior parte dei politici utilizzano per esempio per bollare gli euro-scettici, definendoli appunto "malpancisti", mi viene in mente che in fondo loro sono diversi da me. Non vivono la contraddizione tra quando si professano europeisti, garantisti ecc., in ossequio ad un astratto principio di realtà, e quando rubano, fanno voto di scambio con la mafia, corrompono, vengono condannati ecc. ecc..La conclusione finale è che la maggior parte dei politici di destra e
di sinistra non è "malpancista" e nemmeno "populista". Quelli che invece hanno dubbi e chiedono un radicale cambiamento della politica interna ed europea che vedono la moneta unica come una trappola, sono populisti e appunto "malpancisti" perché parlano al ventre della gente.

C.M.