La legge che scontenta tutti (tranne Saccomanni)

Succede nell'Italia del Terzo Millennio: Monti si dimette da Scelta Civica e Fassina dal Governo. Critiche anche dal Pdl

La legge che scontenta tutti (tranne Saccomanni)

LA LEGGE DI STABILITA' SCONTENTA TUTTI. La legge di Stabilità varata dal governo ieri, trova ben pochi estimatori anche dentro il governo presieduto da Letta attualmente in visita negli USA dove Obama lo ha incoraggiato a proseguire nel risanamento delle finanze. Il presidente Nordamericano ha visto con simpatia il premier italiano la cui visita ha coinciso con la risoluzione positiva della polemica con i repubblicani relativa allo shutdown. Mentre le visite di Letta hanno portato fortuna ad Obama,
non si può dire altrettanto per Letta che quando va nel paese nordamericano, dall'Italia gli arrivano immancabilmente segnali di crisi del governo da lui presieduto: lo scorso 26 settembre, mentre a New York parlava all'assemblea delle Nazioni Unite, tra capo e collo gli è arrivata la notizia delle dimissioni in massa dei parlamentari del PDL. Anche stavolta la visita USA non gli è stata favorevole: dopo aver varato la legge di stabilità ed essere volato negli USA, con Obama che lo accoglieva con simpatia e stima, gli è arrivata l'eco delle polemiche divampate in Italia sulla manovra finanziaria. All'interno del suo governo solo in pochi hanno mostrato soddisfazione per il DLL sulla finanziaria. Il ministro dell'economia Saccomanni, per esempio, è sembrato entusiasta della legge di stabilità. Ha infatti affermato: " E' una manovra positiva e ben accolta dai mercati".

MONTI SI DIMETTE DALLA SCELTA CIVICA E FASSINA DAL GOVERNO (FORSE). CRITICHE DAL PDL. Non così uno degli sponsor del governo delle larghe intese, il Prof. Monti,che, in rottta con Casini e Mauro proprio sulla manovra, ha dato le dimissioni da presidente di Scelta civica. L'ex presidente del consiglio, nominato senatore a vita da re Giorgio, ha definito il DLL "timido per quanto riguarda la riduzione delle tasse insoddisfacente per quanto riguarda l'orientamento della crescita". Fassina, numero 2 del Tesoro, ha annunciato le dimissioni che potrebbe presentare a Letta di ritorno dagli USA dopo un chiarimento. Lo stesso PDL, attualmente in grave crisi d'identità, ha fatto sapere per bocca
di uno sconsolato Capezzone che "la delusione per la legge si aggrava di ora in ora" che però, avverte, non mette in discussione il governo. Solo il segretario del PD di Epifani si è espresso positivamente sulla manovra, affermando "credo che sia una manovra che vada apprezzata e credo che possa essere migliorata nel passaggio parlamentare e anche nel corso dell'anno".

I SINDACATI E LA CONFINDUSTRIA CONTRO LA FINANZIARIA. Tutti e tre i sindacati confederali, CGIL, CISL e UIL, si sono trovati d'accordo nel giudicare negativamente la manovra finanziaria.
La Camusso, segretario della CGIL, ha prospettato uno sciopero generale unitario affermando, intervistata a radio 24: " sullo sciopero contro la legge di stabilità c'è un orientamento unitario per farlo. Lunedì lo decidiamo" Intanto stamane a Roma i sindacati Usb e Cobas hanno indetto una manifestazione a cui hanno partecipato, secondo gli organizzatori oltre 50.000 tra lavoratori,
pensionati e studenti provenienti da tutta Italia. Anche Squinzi, presidente della Confindustria, solitamente prudente nell'esprimere giudizi sul governo, ha giudicato la manovra " non equa" essa" minaccia di allontanare il Paese dalla vera ripresa". Ancora più drastico è stato il presidente dei giovani industriali Jacopo Morelli che senza mezzi termini ha affermato "Ci aspettavamo una legge di stabilità coraggiosa e di rottura, che segnasse la fine del rigore depressivo e l'avvio di investimenti per la crescita. Non è stato così". E parlando del parlamento ha poi continuato: "non ha nemmeno la forza e la dignità di darsi una legge elettorale decente".

IL COLLE DIFENDE A SPADA TRATTA LA LEGGE DI STABILITA' E POLEMIZZA CON I CRITICI
Non c'è giorno che passi senza che il Quirinale non appaia sugli schermi televisivi o nelle prime pagine dei giornali per un monito, per un messaggio alle camere o per ricordare ai partiti di aver accettato l'incarico di riconferma a Capo dello Stato, allo scopo di riformare la seconda parte della Costituzione in senso semipresidenzialista. Non poteva pertanto lasciarsi sfuggire l'occasione di polemizzare con chi si è mostrato critico sulla legge di stabilità che è anche una sua creatura. In una video-conferenza inviata ai giovani industriali riuniti a Capri, ha affermato: " non serve il coraggio se poco responsabile", aggiungendo poi polemicamente "ho già ricordato come si possa avere
un atteggiamento critico ma propositivo" altrimenti "la legge non sarebbe una prova di coraggio ma d'incoscienza".

PER FERRERO NAPOLITANO E' IL PEGGIOR PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. Anche queste ultime esternazioni dell'anziano Capo dello Stato, sembrano dare ragione a Ferrero, il leader di Rifondazione Comunista, che una settimana fa ad Omnibus ebbe a dichiarare " Nella nostra Costituzione il Presidente della Repubblica agisce come garante delle regole non come un agente politico.", affermando anche che "Napolitano è il peggior Presidente della Repubblica che la Repubblica abbia mai avuto" . Ma questa ultima affermazione è discutibile perchè Ferrero dimentica che abbiamo avuto per Capo dello Stato un certo Francesco Cossiga, discusso ministro dell'interno all'epoca del rapimento Moro e coinvolto nell'inchiesta che il giudice Felice Casson stava conducendo sulla strage di Peteano e che lo portò a scoprire l'esistenza dell'organizzazione segreta paramilitare Gladio. In quella circostanza l'attuale senatore del PD chiese la disponibilità dell'ex Presidente della Repubblica a testimoniare sul procedimento penale relativo alla strage di Peteano. Per associazione viene in mente che anche l'attuale Presidente della Repubblica dovrebbe testimoniare, nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia condotta dalla procura di Palermo, come disposto dalla Corte d'Assise di Palermo limitatamente ad una lettera che il suo consigliere D'Ambrosio gli aveva inviato ed in cui aveva manifestato preoccupazione " per essere considerato solo un ingenuo e utile
scriba di cose utili a fungere da scudo per INDICIBILI ACCORDI". A distanza di un mese di quella lettera D'Ambrosio sarebbe morto d'infarto.

Clemente Manzo