Segreti di (Capo)Stato

Inchiesta "Trattativa Stato-Mafia". La Consulta: divulgazione intercettazioni è un «vulnus»

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L'IMMUNITA' DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA. La Corte Costituzionale ha depositato le motivazioni che danno ragione al Presidente della Repubblica, nel conflitto di attribuzione con la procura di Palermo. Nell'ambito dell'inchiesta sulla trattativa Stato-mafia i giudici palermitani misero sotto controllo le utenze telefoniche di Nicola Mancino e tra novembre e dicembre del 2011 involonariamente intercettarono la voce del Presidente della Repubblica a cui l'ex ministro dell'interno Mancino si era rivolto per chiedere assistenza tramite l'ex consigliere del Presidente deceduto D'Ambrosio. Nel mese di luglio del 2012 il Colle sollevò conflitto d'attribuzione sostenendo che le intercettazioni dovevano essere subitodistrutte .

LA PROCURA NON DEVE DECIDERE SULLE INTERCETTAZIONI. Per la Corte Costituzionale non spettava alla procura di valutare la rilevanza della documentazione relativa alla intecettazione delle converazioni telefoniche del Presidente della Repubblica e neppure spettava di omettere di chiedere al giudice l'immediata distruzione. Nelle pagine depositate dalla Consulta si sostiene che alle comunicazioni del Presidente della Repubblica deve essere assicurato un livello di protezione assoluto non in rapporto ad una specifica funzione ma per l'efficace esercizio di tutte.

DIVULGARE L'ESISTENZA DI REGISTRAZIONI E' UN "VULNUS". Tanto che anche la semplice divulgazione dell'esistenza di registrazioni costituisce un vulnus che deve essere evitato. Con questa delibera della Consulta i poteri del Presidente della Repubblica si allargano al punto da far ritenere a qualcuno, Travaglio sul Fatto di oggi, i giudici costituzionali tentano di affermare un'immunità totale del Presidente, manco fosse il Re sole, mai prevista dai padri costituenti.

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