La faida di San Salvo, c'erano altre pistole. Altri due in carcere

Il bilancio della sparatoria davanti al Caffè Evelin è di un ferito grave, con tre pallottole nel corpo, e tre persone accusate di tentato omicidio

La faida di San Salvo, c'erano altre pistole. Altri due in carcere

LA FAIDA DI SAN SALVO: ANCORA DUE ARRESTI. Si è trattata di una vera e propria faida tra gruppi rivali e della quale gli inquirenti hanno ricostruito la dinamica, senza però arrivare ancora a capire il movente, quella avvenuta il 14 aprile all'esterno del Caffè Evelin, nella zona della Vecchia Stazione a San Salvo. Da quanto si è potuto appurare le pistole che hanno fatto fuoco quella sera non erano solo due, cioè quella semiautomatica di Fasli Fasilia, 32 anni, in ospedale con tre pallottole tra gambe e piedi, e quella di Clirim Tafili, 46 anni, conosciuto dalle forze dell’ordine, che in quel momento si trovava nel locale. 

Al conflitto, risulta agli inquirenti, sembra abbia avuto un ruolo attivo, addirittura quello dell'autore dei colpi andati a segno, anche Lulzim Bimi, 28enne albanese il quale, subito dopo il fattaccio, era tornato a casa, aveva preparato la valigia ed era fuggito riuscendo a far perdere, momentaneamente, le proprie tracce.

Il giovane è stato rintracciato, nel tardo pomeriggio di ieri, all’interno dell’abitazione del suocero, a San Salvo. Forse si nascondeva perchè temeva di essere coinvolto nella vicenda. Gli toccherà chiarire tutto davanti al giudica. Intanto adesso è in carcere di Vasto, come i suoi connazionali, e dovrà rispondere dei reati di tentato omicidio e porto abusivo di armi.

L'altro cittadino albanese finito nei guai si chiama Elvin Tafli, di 36 anni, che quella sera, seppur non prendendo parte attivamente alla sparatoria, sarebbe stato armato e presente all’interno del bar Evelin. L’uomo è accusato del reato di porto abusivo di armi.

Insomma, un intrigo che però rilancia il tema della sicurezza al confine dell'Abruzzo e che sembra un luogo diventato terra di nessuno.

Redazione Independent