La Destra e i suoi Fratelli

Berlusconi spacca il partito. In Abruzzo i tormenti di Sospiri e Masci. Nel Pdl è caccia alla candidatura

La Destra e i suoi Fratelli

MA DAVVERO "L'ITALIA S'E' DESTA"? Al di là del nome più o meno discutibile, il movimento "Fratelli d'Italia", che fa capo all'ex ministro Giorgia Meloni e ai colonnelli An come Ignazio La Russa, è ormai una realtà. Tutto "merito" del Cavaliere. Da quando infatti ha annunciato la propria ridiscesa in campo, Silvio Berlusconi, il "grande aggregatore", ha avuto il potere di fare l'esatto contrario, cioè disgregare, gettando di fatto alle ortiche il progetto di un grande partito di centrodestra che egli stesso aveva fortemente voluto. Lo diciamo già da tempo: il Pdl è allo sbando, e sicuramente la cancellazione delle primarie del centrodestra è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Pensate a come potrà essersi sentita, ad esempio, la stessa Meloni, una dei candidati a quelle consultazioni "farlocche" che dovevano tenersi a metà dicembre e che invece sono state eliminate in fretta e furia, con un colpo di spugna, quando il Capo ha deciso che il suo tempo non si era ancora concluso. Facile immaginare che questi personaggi abbiano pensato che a tutto c'è un limite, e che dover sottostare sempre agli umori di Silvio non sia proprio il massimo.

LA DESTRA E I FRATELLI. Ecco spiegata la diaspora che, piano piano, sta portando tante persone a fuggire dal Popolo della Libertà: c'è chi, come l'assessore regionale ai trasporti Giandonato Morra, ha preferito emigrare verso La Destra di Storace (colui che, forse, da questo caos ci sta guadagnando più di tutti, visto che si sta rafforzando), seguito pochi giorni fa anche da Carla Mannetti, che ha parlato di "un ritorno a casa". E c'è chi, come l'assessore regionale al lavoro Paolo Gatti, ha scelto invece questa nuova formazione, denominata - si diceva - "Fratelli d'Italia". Gatti aveva già fatto intuire di essere intenzionato a lasciare il Pdl: ricordate quello "strano" convegno con Pierferdinando Casini? Ebbene, ieri è stato costituito ufficialmente il gruppo di Fdi in Consiglio regionale: a farne parte, oltre a Gatti, sono i consiglieri Emiliano Di Matteo e Luca Ricciuti. "Si tratta di una scelta di coraggio - ha spiegato Gatti - dettata da grande entusiasmo e senza rimpianti. Naturalmente garantiremo grande lealtà e collaborazione al programma di questo governo regionale". Naturalmente.

E I SOSPIRI D'ITALIA? 14 posti da deputato e 6 da senatore. Decisamente pochi per accontentare tutti i palati dei politici abruzzesi. Dunque, come prevedibile, si sgomita. Il senatore Di Stefano potrebbe avvicinarsi a Fratelli d'Italia, ma si tratta solo di rumours. E poi c'è da capire "cosa ne sarà" di Filippo Piccone e Paolo Tancredi. Ma attenzione, perchè il "nome nuovo" di Fratelli d'Italia potrebbe essere proprio lui: Lorenzo Sospiri. Proprio così: il coordinatore provinciale del Pdl è tentato da questa inedita avventura, nonostante abbia di recente escluso qualunque flirt. Ma le chiacchiere, si sa, se le porta via il vento: "Fino a quando ci sarà il nostro schieramento e la nostra sigla io resterò nel Pdl. Sento della formazione di altri schieramenti, che però a oggi non ci sono, anche se non posso escluderli, ma oggi sono iscritto e resto nel Pdl senza guardare verso altre sigle politiche". Questo è quanto dichiarava Sospiri circa un mese fa. Staremo a vedere.

ONOREVOLE MASCI. E il Pdl cosa fa? Chi candida? Evitiamo di parlare nuovamente del "deputato" Chiodi, che come noto ha negato la sua candidatura ma potrebbe ripensarci se Silvio in persona lo "convocasse" per la lista Progetto Sud. E allora, accantonato il governator, ecco un altro papabile, da scegliere ancora una volta tra gli attuali assessori della giunta regionale: Carlo Masci. Ma come, Masci con il Pdl? Possibilissimo: l'avvocato ha militato in passato in Forza Italia (dunque in una formazione politica di stampo berlusconiano) e, al di là della sua "mitica" lista civica Pescara Futura-Rialzati Abruzzo, è sempre stato un uomo di destra. La parentesi nell'Udc rimane, appunto, una parentesi. Insomma, Carlo è presentabile con il Popolo della Libertà. Onorevole Masci.


Giulio Bertocciani