I "colpi di scena" delle prossime elezioni regionali

In Sardegna la rinuncia del M5S ad una lista delude i simpatizzanti del MoVimento. Favore di Grillo a Pd/Pdl?

I "colpi di scena" delle prossime elezioni regionali

I COLPI DI SCENA DELLE PROSSIME ELEZIONI REGIONALI IN SARDEGNA. A proposito delle prossime elezioni regionali sarde è proprio il caso di parlare di colpi di scena. Non mi riferisco a Forza Italia , ex Pdl, che ripresenta l'immarcescibile presidente uscente Cappellacci, ma al Pd che non presenterà più l'eurodeputato Francesca Barracciu, benché vincitrice nelle primarie. Al suo posto sarà candidato il professor Francesco Pigliaru che fu assessore al bilancio all'epoca del presidente Soru. Il niet di Matteo Renzi, che nelle elezioni sarde vuol metterci la faccia, ha sbarrato la strada alla Barracciu. Sicuramente, nella decisione del rottamatore, ha pesato l'inchiesta, avviata dalla procura di Cagliari, che ha coinvolto, oltre all'esponente piddiina una sessantina di consiglieri regionali di quasi tutti i gruppi politici dell'isola. La procura cagliaritana ha infatti ipotizzato il reato di peculato per il presunto uso personale illecito dei fondi destinati ai gruppi politici della regione. Mentre il Pd, travolto dalle accuse di peculato e dalle polemiche interne, faticosamente è riuscito a trovare un candidato presentabile, il M5S, a sorpresa, anzichè approfittare delle difficoltà dei democrat, addirittura ha rinunciato a presentare una propria lista.

LA RINUNCIA DEL M5S S AD UNA LISTA DELUDE I SIMPATIZZANTI DEL MOVIMENTO. Emanuela Corda, la deputata del M5S, in un post su FB su "Amici di Beppe Grillo", ha bocciato una lista raffazzonata presentata all'ultimo momento del movimento perchè, come ha dichiarato la parlamentare grillina, "Il nostro tempo è scaduto e bisogna farsene una ragione. Noi non presenteremo alcuna lista perchè non siamo ancora pronti per farlo". Notizia sconvolgente tanto più che il M5S, in Sardegna è risultato il "partito" più votato raggiungendo quasi il 30% dei
consensi isolani nella camera dei deputati. I tanti italiani che lo scorso febbraio del 2013 hanno votato fiduciosi il M5S, saranno rimasti per lo meno sconcertati dalla decisione di Beppe Grillo e dei suoi seguaci di non presentare una lista alle prossime elezioni regionali del 16 febbraio 2014. Oltre alle divisioni interne al movimento, che si è frazionato in ben 4 gruppi, avrà pesato sulla decisione, l'ultima fallimentare tornata elettorale regionale della Basilicata dove solo l' 8,9% degli elettori scelse il M5S mentre nelle politiche i consensi furono del 24,3%. Nemmeno le regionali precedenti del Friuli Venezia Giulia e della Lombardia andarono bene; infatti i consensi furono rispettivamente del 13,7% e del 14%.

IL M5S SENZA RENDERSENE CONTO (?) FAVORISCE L'ENNESIMO INCIUCIO TRA PD E FI
Certamente il rifiuto di Grillo di non voler vedere se Renzi gioca con carte truccate oppure no, a proposito della riforma elettorale, ha scoraggiato molti sostenitori del movimento. Anche la richiesta di impechement di Napolitano, richiesta destinata al fallimento perchè non ha i numeri necessari in parlamento e la proposta più volte reiterata di indire un referendum sull'euro, inammissibile a norma dell'art 75 della Costituzione, fanno riflettere gli elettori che nel M5S avevano visto un'alternativa all'inciucio ed un rinnovamento della politica. Purtroppo, né Grillo, né Casaleggio, né una gran parte del movimento hanno avuto il coraggio di impegnarsi in una riforma elettorale condivisa che potesse consentire al corpo elettorale di scegliere finalmente una chiara maggioranza di governo. Il timore di tornare alle urne con il "mattarellum" che ci condannerà inevitabilmente all'ennesimo patto tra Pd e FI e alla sopravvivenza delle varie caste, più che un timore diventa sempre più una certezza.

Clemente Manzo