Guai in vista per il presidente del Consiglio regionale Sospiri

Il politico pescarese risulta tra gli indagati della maxi inchiesta della procura di Pescara su cinque appalti nel settore della sanità pubblica da 35 milioni

Guai in vista per il presidente del Consiglio regionale Sospiri

Con grande sollievo oggi ho appreso dai giornali la conclusione di indagini a mio carico iniziate più di tre anni fa e finalmente conosco, anche se solo attraverso la ricostruzione fornita dai media, i fatti che mi vengono addebitati e contestati. Sono sereno e sono certo che con altrettanta tranquillità potrò fornire ogni chiarimento utile a fare piena luce sulla vicenda, continuando a garantire trasparenza e nitidezza al mio operato e al mio lavoro”. È il commento del Presidente del Consiglio della Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri alle notizie odierne riferite all’inchiesta giudiziaria.

Ho fiducia nell’impegno dei magistrati – ha sottolineato il Presidente Sospiri – che, e ne sono sicuro, non si fermeranno un solo giorno a scandagliare fatti e circostanze per giungere alla verità, e confido nella bontà di tale operato come ho già potuto constatare nei mesi scorsi in occasione delle precedenti archiviazioni o assoluzioni in riferimento ad altre inchieste. Oggi, attraverso la conclusione delle indagini, ho gli strumenti per riscontrare punto su punto i fatti”.

Si parla, nella circostanza, della maxi-inchiesta della procura di Pescara su cinque gare di appalto indette nell’ambito della fornitura di servizi/macchinari nella sanità pubblica abruzzese e per un valore complessivo di 35 milioni di euro. Tra gli indagati, a vario titolo e per varie ipotesi di reato, che sono ben trentacinque oltre al presidente Sospiri, anche l’imprenditore Vincenzo Marinelli finito agli arresti domiciliari alcuni mesi fa.

Ovviamente al momento si tratta solo di ipotesi di condotte illecite da parte dei protagonisti di questa vicenda ed individuate dalla magistratura pescarese. Dunque, al momento in cui scriviamo, é assolutamente prematuro parlare di processo, dato che non c’è stato ancora nessun rinvio a giudizio. Gli indagati, infatti, hanno da questo momento venti giorni di tempo per presentare memorie difensive dopodiché toccherà al tribunale decidere, se e quali posizioni prosciogliere o stralciare, rispetto ad un eventuale procedimento penale da tenersi, appunto, solo qualora venissero verificate in fase preliminare le ipotesi della pubblica accusa.