Giovane morto in Questura. Il teaser non c’entra

Il taser non ha avuto alcun ruolo nella tragica morte di Riccardo Zappone, avvenuta ieri mentre si trovava nei locali della questura di Pescara in via Pesaro dove era stato portato a seguito di un fermo difficile. Lo ha chiarito l’autopsia effettuata ieri, che ha escluso collegamenti tra il decesso del trentenne avvenuto per arresto cardiocircolatorio provocato da 'sommersione interna emorragica da trauma toracico chiuso’ e l’uso del dispositivo da parte delle forze dell’ordine.

“Questo conferma che i poliziotti hanno agito nel pieno rispetto delle procedure previste dalla legge, cosa di cui non abbiamo mai dubitato. Come Lega Abruzzo, ribadiamo il nostro totale sostegno alle forze dell’ordine, che ogni giorno operano in prima linea, spesso in condizioni difficili, per garantire la sicurezza dei cittadini. Ancora una volta teniamo a sottolineare che il taser è uno strumento adottato per limitare il più possibile il ricorso alle armi da fuoco, utile per gestire situazioni complesse soprattutto quando coinvolgono persone in stato di forte agitazione o vulnerabilità, riducendo i rischi per tutti. Continueremo a difenderne l’utilizzo, respingendo ogni tentativo di strumentalizzazione ideologica che, oltre a screditare il lavoro prezioso delle forze dell’ordine, rischia di compromettere, ripeto, strumenti utili per la gestione dell’ordine pubblico. Chi, come è stato fatto, ha puntato il dito contro il taser e contro l’operato delle forze di polizia, senza nemmeno attendere gli accertamenti necessari, dimostra superficialità insieme a poca preparazione".

Questo il commento di Vincenzo D’Incecco, coordinatore regionale della Lega il quale ha voluto testimoniare la propria posizione sulla tragica vicenda anche esprimendo il massimo cordoglio ai genitori del ragazzo scomparso in questa brutta storia.