Finisce "in cenere" il progetto dell'inceneritore marsicano Powercrop?

Le ragioni del No dell'assessore regionale all'Ambiente Mario Mazzocca alla Conferenza dei Servizi. Fuori manifestavano un pò tutti: ambientalisti e grillini

Finisce "in cenere" il progetto dell'inceneritore marsicano Powercrop?

FINISCE IN CENERE IL PROGETTO DELL'INCENERITORE MARSICANO. "Il caso Powercrop dimostra ancora una volta che la tutela ambientale rappresenta per noi una priorità che non può essere messa in discussione o sottoposta a ragioni di carattere economico, perché è sul patrimonio di bellezze naturalistiche che intendiamo fondare lo sviluppo della nostra regione". Così l'assessore all'ambiente Mario Mazzocca a margine della Conferenza dei servizi che si è tenuta ieri a Pescara sulla realizzazione di un impianto a biomasse che Powercrop, gruppo Maccaferri, vuole realizzare ad Avezzano.

CHI CERA. Oltre all'assessore erano presenti, oltre ai rappresentanti della PowerCrop, la responsabile del Servizio Energia della Regione Abruzzo, Iris Flacco, l'assessore del Comune di Avezzano Roberto Verdecchia su delega del sindaco, l'ARTA, l'ARAP, il Consorzio acquedottistico marsicano, la Snam, i VVF, la Sovrintendenza ai beni archeologici e, in qualità di uditori, i rappresentanti delle associazioni ambientaliste.

LA STORIA DELL'IMPIANTO. La ditta aveva presentato istanza di autorizzazione unica in data 7/8/2008 e il 6/10/2011 quella relativa all'autorizzazione integrata ambientale. Nel corso della conferenza i rappresentanti dell'Arta hanno evidenziato la necessità di approfondire tre aspetti: la compatibilità dell'impianto con il Piano di qualità dell'aria, il Piano di approvvigionamento delle biomasse e il recupero dell'energia termica, come previsto nelle linee guida del decreto legislativo 152/06. Il Comune di Avezzano ha dichiarato di voler depositare una memoria scritta, manifestando in via preliminare il proprio parere sfavorevole.

LA "GRANA" ARCHEOLOGICA. Importante anche il contributo del rappresentante della Sovrintendenza ai beni archeologici, che ha evidenziato come nel progetto della ditta non si faccia alcun riferimento a testimonianze archeologiche importanti, come le Condotte di Augusto. La ditta ha cercato soprattutto di ribattere alle contestazioni relative al contrasto con le prescrizioni contenute nel Piano di Qualità dell'aria, appellandosi al fatto che l'impianto in questione godrebbe del "favore" a livello comunitario, vale a dire che le indicazioni del Piano di Qualità dell'aria potrebbero essere disattese, trattandosi di un impianto di energia da fonte rinnovabile.

MAZZOCCA RICORDA KYOTO. "Un rilievo privo di sussistenza - spiega Mazzocca - perché il nostro Piano nasce sulla base delle indicazioni del protocollo di Kyoto e delle normative comunitarie. Le possibile deroghe potrebbero valere solo eventualmente per impianti di piccola portata, ma non è questo il caso. Senza contare che, come ha sottolineato il Comune di Avezzano, il progetto risulta in contrasto con la destinazione urbanistica attuale dell'area, individuata come fascia di rispetto della Riserva regionale del Monte Salviano, istituita dalla legge regionale 134/99".

Redazione Independent