Esposizioni di Canti infernali

Torre dè Passeri. Dal 15 novembre al 22 dicembre la mostra dedicata ai "Fraudolenti" a cura di Corrado Gizzi

Esposizioni di Canti infernali

TORRE DE' PASSERI. ESPOSIZIONI INFERNALI. Il 15 novembre 2012, alle ore 10, verrà presentata nella sala Consiliare del comune di Pescara la trentaduesima mostra di pittura, promossa dalla Fondazione Casa di Dante in Abruzzo, dedicata ai Fraudolenti, che sarà ospitata fino al 22 dicembre 2012 presso le sale del Museo Dantesco “F.Bellonzi” di Torre dè Passeri. L’esposizione riprende il tema trattato dal prof. Corrado Gizzi nel suo ultimo lavoro di studio su Dante, che vedrà, postuma, l’uscita di un catalogo edito da Ianieri Editore.

LA MOSTRA. Sei artisti contemporanei di fama internazionale, attraverso dipinti e disegni, interpretano in chiave pittorica i canti XXVII e XXVII dell’Inferno attraverso scenari fantastici e surreali dalla notevole carica espressiva.  Visioni diverse, ciascuna molto originale, che offrono al pubblico una rilettura moderna del viaggio dantesco nell’ottava bolgia infernale, in cui sono condannati i consiglieri o orditori di frodi.  

CHI SONO I FRAUDOLENTI. Per il Sommo Poeta tali peccatori erano condottieri e politici che non agirono con le armi e con il coraggio personale ma con l'acutezza spregiudicata di un ingegno che, se non guidato da virtù cristiana, può portare alla perdizione. I fraudolenti dei tempi nostri sono i truffatori, ovvero coloro che ottengono vantaggio a scapito di altri inducendoli in errore, attraverso artifici e raggiri.  Tale attività ingannatoria è ben praticata nel nostro Paese dalla maggior parte degli attuali “condottieri”, ed ha di certo ragione chi definisce oggi  gli italiani “un popolo di truffati”. L’amara realtà dei fatti è che però, nella vita terrena, per molti di essi non esiste giudice, pena o espiazione del peccato.

IL MOOD. Oltre ad un approccio profondo, complesso e originale alla Divina Commedia attraverso l’arte pittorica, visitare la mostra potrebbe allora  offrire anche un “compenso morale”  ad ogni “truffato”, dandogli modo di  figurarsi, attraverso i dipinti esposti, come Dante concepisce invece per i fraudolenti, di ogni tempo e luogo, la loro dannazione eterna

Andrea Bentivoglio