Elezioni. Choosy o Porcellum?

Succede in Italia a 6 mesi dal voto: Europa, Napolitano e centristi vogliono "Il Prof". Ma come fare? Con la Legge..

Elezioni. Choosy o Porcellum?

L'ITALIA A SEI MESI DAL VOTO. L’Italia è a meno di sei mesi dal voto. Siamo, dunque, in piena campagna elettorale. Tutti i partiti si stanno attrezzando per la competizione. Il Pd come il Pdl, in forme e modi diversi, stanno cercando il loro candidato premier mentre il Movimento Cinque Stelle di Grillo lavora in rete alla selezione dei propri candidati da portare in parlamento. Tutto sembra normale e lecito tranne che per il nostro amato premier Monti. Il Prof. ci fa sapere -dall’alto della sua esperienza di campagne elettorali! - che non è così e che i partiti italiani invece di perder tempo a cercare il candidato alla sua successione dovrebbero occuparsi di altro. Che strano, a noi poveri scolaretti ci hanno insegnato che in democrazia si va al voto mostrando il proprio programma e, soprattutto, mettendoci la faccia. A Monti pare strano, invece, perder tempo in queste attività futili. Bisogna capirlo, d’altronde, mica lui è abituato così. Per lui sono perdita di tempo le riunioni estenuanti con i compagni di partito in cerca di una idea comune, che bisogno c’è, sempre per lui, di andare a faticosi incontri con i cittadini nelle piazze per spiegare il proprio programma. Il Prof. (e con lui il mitico Passera e la dolce Fornero) per nulla al mondo si abbasserebbero a fare cose di questo tipo. Per loro il concetto che in politica ogni tanto bisogna andare alle urne per farsi scegliere è l’unico precetto sbagliato di quella cultura anglosassone  che tanto amano e a cui si tanto si ispirano. 

ELEZIONI CHOOSY? Che sciocchezza è? Sarà che anche loro, come i giovani italiani, quando si parla di elezioni diventano  un po’ “choosy”. Ci sarebbe da ridere, insomma, se non ci fosse da piangere. La realtà nella nostra penisola sta diventando sempre meno comica e più tragica di quello che ci si aspetterebbe. Forse è inutile sbattersi tanto, caro Prof., perché poi ad aprile torna Lei a sedersi a Palazzo Chigi? La domanda non è poi così peregrina se proprio oggi scopriamo che lo stesso Monti ci dice che “se dopo il voto non ci fosse una maggioranza...”.  Ebbene sì, lui ci sarebbe e, se necessario, continuerebbe. Come Prof.? Non aveva giurato che, dopo aver svolto il suo compito di “taglia e cuci”, sarebbe andato a casa? Invece no! Anche Lei, si contraddice come un Berlusconi qualunque? Ok, ci si può sbagliare! Cambiare idea e pentirsi per poi smentirsi. La politica è anche questo. In democrazia è giusto avere le proprie idee e puntare sugli uomini che le rappresentano. Faccia una sua lista e metta la sua faccia come capo di una coalizione di centro che voglia guidare il paese. Né ha tutto il diritto, le qualità e gli appoggi dell’establishment. Lei, d’altronde, spesso ama dire che nonostante tutto gli italiani la amano. Quello che però è inaccettabile è che per far tornare Lei a Palazzo Chigi non si stia lavorando a formare una “Lista Pro-Monti” da far votare ai cittadini ma  si lavori, invece, all’interno del parlamento per creare le condizioni affinché, dopo il voto, non si possa formare una maggioranza in grado di governare. A capo di questa corrente trasversale che vede al suo interno senatori e deputati di tutti gli schieramenti, compreso Pd e Pdl, v’è l’Udc di Casini e il partito di Fini. All’esterno di Montecitorio lavorano a questa idea il Movimento di Montezemolo e vari gruppi di potere. Questi politici vogliono che dopo aprile ritorni al potere il Prof. Monti. Niente di male, sia chiaro. L’unico problema, però, e che questi stessi uomini, che amano definirsi “democratici” vogliono che il nome del premier Monti esca fuori, non dalla volontà del popolo, ma dalla scientifica impossibilità di alternative.

LA MODIFICA DELLA LEGGE ELETTORALE. Vi chiedere come può riuscire questo sottile gioco? La risposta è sotto gli occhi di tutti: Attraverso la modifica della legge elettorale. Il Parlamento sta lavorando, infatti, da alcuni mesi alla riforma del “porcellum”. Nessuno italiano ama quella legge, noi tutti vorremmo che fosse eliminata, ma se dobbiamo passare al “montellum” meglio rimanere con la vecchia legge. Tra l’altro una regola antica vorrebbe che le regole non si cambiano a partita iniziata. Essendo le elezioni ormai alle porte e la campagna elettorale iniziata sarebbe il caso che la partita si giocasse con queste regole, se pur oscene. Altrimenti il Sig. Grillo è autorizzato a dire che si cerca di arginare la sua cavalcata verso Roma più che andare incontro alle esigenze di trasparenza nella selezione dei candidati come vorrebbero farci credere i nostri politici. Tornando comunque al “porcellum” la famosa e vergognosa legge elettorale, questa prevede che tutti parlamentari siano nominati dalle segreterie di partito senza passare al vaglio diretto degli elettori, e prevede altresì “un premio di maggioranza”. La coalizione che arriva prima e raggiunge la soglia del  30% dei voti conquista il 55% dei Seggi. La riforma partorita, invece, da questi scienziati del diritto costituzionale, vorrebbe, con la scusa di far tornare ai cittadini la possibilità “di scelta” dei candidati, in realtà non gli ne frega niente, vogliono astutamente alzare la soglia del premio di maggioranza al 42%. Mica 35%, no 40 ma 42% così sarà sicuramente impossibile che in Italia oggi, Grillo e Pd compreso, possano da soli arrivare a una percentuale così alta di preferenze, rendendo così ingovernabile il paese. Per fortuna che dopo c’è San Monti pronto a sacrificarsi.  Dopo si vocifera che Papa Razinger  abbia già pronta la beatificazione. Più veloce di quella di Papa Giovanni Paolo II. Per la prova del miracolo necessaria per diventare santo non ci saranno problemi. Portare la Fornero due volte al governo del paese non è un miracolo?

Francesco Mimola