Al voto (ancora) col porcellum

I partiti non si mettono d'accordo e si rimpallano le responsabilità. La verità è che fa troppo comodo a tutti andare alle urne nel 2013 con la legge "porcata"

Al voto (ancora) col porcellum
VOTO COL "PORCELLUM". Si voterà con il cosiddetto "porcellum" alle prossime elezioni del 2013? Non è escluso anche se fu lo stesso autore della legge 270 del 21.12.2005, l'allora ministro Calderoli, a definirla un "porcata". I partiti non trovano (o non vogliono) l'accordo su una nuova legge elettorale, per cui non sarà impossibile che ritorneremo alle urne con il sistema che, in pratica, lascia che siano i partiti discrezionalmente a stabilire chi sarà eletto parlamentare. E non la gente, l'elettore, come dovrebbe essere in democrazia.
PRIMA C'ERA IL "MATTARELLUM". Eppure il Porcellum era stato introdotto per eliminare i difetti della legge elettorale precedente, il cosiddetto "Mattarellum", un sistema misto basato su 
collegi uninominali, inviso, perché anch'esso conferiva troppo potere ai partiti: un  "Porcellinum" insomma. 
IL SISTEMA ELETTORALE ATTUALE. L'attuale sistema elettorale è basato su liste  bloccate, premio di maggioranza, soglia di sbarramento con deroghe. L'aspetto negativo è rappresentato dal premio di maggioranza che quasi costringe partiti tra loro diversi a coalizzarsi per usufruire del premio di maggioranza. Come è accaduto in questa legislatura è sufficiente ottenere un 35%- 38% per avere la possibilità di governare il paese. 
CAMBIARE LA LEGGE E' COSI' DIFFICILE? In effetti riuscire ad accontentare tutti è complicato perché le convenienze elettorali all'interno dei partiti  piccoli e grandi, ma anche all'interno delle diverse coalizioni possibili sono spesso opposte e bloccano qualsiasi modifica del Porcellum: lo dimostra il fatto che a tutt'oggi in Parlamento un accordo non ancora è stato trovato. Eppure tutti, o quasi, sono convinti che se non sarà modificata la legge, l'indignazione dei cittadini, già disgustati dalle varie ruberie dei politici, porterà a pericolose conseguenze per la nostra democrazia. 
LA DISPONIBILITA' DI MONTI. In questo contesto va interpretata la dichiarazione del premier Mario Monti che ha affermato che non si sarebbe tirato indietro nel caso gli venisse offerta  una riedizionedel suo governo: un governo di non eletti ma di nominati. Monti sa bene che se si andassealle urne con questa legge elettorale, il responso degli elettori potrebbe essere tale da
rendere ingovernabile il paese, per cui il ricorso ad un nuovo governo tecnico sarebbe in qualche modo inevitabile.
I PARTITI
Anche se a parole, con l'eccezione dell'Udc, tutti i partiti sono contrari, ad una riedizione del governo
Monti, nei fatti sanno benissimo che in realtà potrebbe, ob torto collo, essere necessario conferire 
l'incarico nuovamente all'attuale Presidente del Consiglio. Il vantaggio per loro è anche quello che una
nuova manovra finanziaria "lacrime e sangue", possibile se non probabile, il governo dei Professori
non avrebbe eccessive difficoltà ad emanarla, a differenza dei partiti politici che in qualche misura 
devono rendere conto agli elettori del proprio operato.
c.m.