Cipro spaventa la Ue

La crisi bancaria nel mediterraneo spaventa la finanza ed i piccoli risparmiatori che temono il "tagliegglio"

Cipro spaventa la Ue

LA CRISI BANCARIA DI CIPRO CONTAGIA I MERCATI. L'effetto che Cipro, un'isola di meno di 1 milione di abitanti, può avere sull'UE che ne conta ben 500 milioni, è contenuto in questa metafora: "Quando un corpo è malato basta un niente a portarlo alla fine". E' quello che è successo dopo l'annuncio del prelievo forzoso sui depositi bancari fino a 100.000 Euro del 6,75% e del 9,9% per cifre superiori proposto dai ministri delle finanze dell'eurozona, per evitare il fallimento di Cipro. In cambio arriveranno aiuti per 10 miliardi di Euro all'isola. Per evitare l'emorragia di capitali, la banca centrale di Cipro ha bloccato tutti i trasferimenti di denaro, in attesa delle decisioni del parlamento cipriota riunito oggi. Nei giorni scorsi almeno 4,5 miliardi di euro erano scappati da Cipro nel timore, rivelatosi poi fondato, della possibile tassa sui depositi. Tra le cause della crisi c'è da annoverare la forte esposizione delle banche cipriote nei confronti della Grecia e la crescita ipertrofica dei depositi arrivata all'800% del PIL dell'intera isola. La scure non risparmierà neanche i consistenti capitali stranieri, specialmente russi, attratti dai vantaggi fiscali e dalla mancanza di sufficienti norme antiriciclaggio.

L'EFFETTO DOMINO SUI MERCATI FINANZIARI. Come in un effetto domino i mercati finanziari planetari, e specialmente i titoli delle banche, ne hanno immediatamente risentito: Milano - 2,5%, Madrid -2,8% Parigi -2,1% Francoforte -1,7% e Londra -1,36% in avvio di seduta. L'Euro passa da 1,3 dollari a 1, 293. lo spread tra Bpt e Bund vola a 330 punti. Il timore che il contagio possa investire il nostro paese è tale che il presidente della Consob Vegas è intervenuto minimizzando il pericolo: "Cipro è una realtà molto piccola, poi è chiaro che i mercati sono nervosi" è stata la sua dichiarazione che non ha poi tranquillizzato più di tanto.

LE PAURE DEI PICCOLI RISPARMIATORI. In Italia, più che in altri paesi, è forte il timore che come a Cipro i depositi bancari possano essere assoggettati al prelievo forzoso. Cosa d'altra parte non nuova visto che come si ricorderà, è già successo con il governo Amato nel '92. In un contesto del genere è lecito aspettarsi il rischio della fuga dei capitali dal nostro paese. Con una differenza però: che mentre i grossi gruppi finanziari hanno già da tempo messo nel conto un'evenienza del genere e provveduto spostando le proprie risorse finanziare in aree più sicure, i nostri sempre più poveri piccoli risparmiatori non possono farlo, in quanto le piccole somme che le famiglie italiane sottraggono ai consumi e affidano fiduciosi alle banche sono destinate a fronteggiare la grave crisi economica e sono quindi alla mercé di qualche possibile manovra finanziaria. Se a tutto questo, aggiungiamo la grave crisi istituzionale che non sembra avere a breve vie d'uscita, il quadro pessimistico d'insieme che ne esce non promette nulla di buono.

Clemente Manzo