Bomba. Autorizzata l’estrazione di gas per 50 milioni di dollari

Soddisfazione per il via libera del Ministero da parte dell’amministratore delegato della LnEnergy. Ambientalisti sul piede di guerra

Bomba. Autorizzata l’estrazione di gas per 50 milioni di dollari
“Esprimiamo grande soddisfazione per la decisione finale assunta dalla commissione Via Pniec-Pnrr a Roma durante l’assemblea plenaria del 24 luglio 2025”. Sono queste le parole dell’amministratore delegato della LnEnergy, Mark Frascogna, a seguito dell’accesso agli atti del procedimento di valutazione di impatto ambientale presso il Mase (ministero ambiente e sicurezza energetica) da parte della stessa società.

Si tratta del più grande giacimento di gas onshore non in produzione in Italia, le cui riserve in termini di confronto percentuale sono paragonabili al consumo dell’intera regione abruzzese e stimate per un valore di 50 milioni di dollari. Scopo del progetto 'Small scale Lng giacimento gas Collesanto' targato LnEnergy, è la produzione di gas naturale liquefatto (Lng) su piccola scala.

“Durante il corso dell’istruttoria – afferma Frascogna - abbiamo lavorato sempre sul piano tecnico e scientifico per rispondere a tutte le richieste degli organi ministeriali, regionali e locali, nonché e soprattutto dei cittadini, imprese e associazioni che avevano interloquito nel corso del procedimento. Il progetto incorpora i più stringenti requisiti ambientali che la normativa vigente prevede per questo tipo di investimenti. Restiamo in fiduciosa attesa che nelle prossime settimane si completino tutti i passaggi amministrativi prima dell’emanazione del decreto finale di compatibilità ambientale e il successivo rilascio della concessione per lo sfruttamento del giacimento”.

“La nostra intenzione – prosegue LnEnergy - è quella di intraprendere l'attività estrattiva ponendo innanzitutto grande attenzione alla salvaguardia del territorio, ispirandoci al criterio della massima precauzione e sostenibilità”.

All’entusiasmo della società di idrocarburi si contrappone la protesta della cittadinanza del piccolo comune teatino e degli ambientalisti del Forum H2O.

“Il pronunciamento del Mase dà ragione di tutto il lavoro del team tecnico-scientifico che ha approcciato a livello multidisciplinare le complessità del sito minerario di Bomba – spiega Francesco Di Luca, responsabile del sito minerario di Collesanto - Sono state discusse con gli organi competenti le soluzioni impiantistiche migliori e all’avanguardia per la messa in produzione del giacimento di gas e produzione di Lng. La compatibilità del progetto con le varie matrici ambientali include anche risultanze positive della valutazione di incidenza del progetto sul mantenimento dell’integrità dei 2 siti Rete Natura 2000 Zsc/Zps nelle vicinanze. Le prescrizioni ambientali sono molto rigorose e sfidanti”.

Il progetto di LnEnergy ha l’obiettivo a lungo termine di ridurre le emissioni locali e in atmosfera. “L’importanza dell’Lng, anche ottenuto dalla liquefazione diretta di gas naturale, viene contemplata nel Piano nazionale integrato per l’energia e il clima 2030 (Pniec) – osserva Mark Frascogna - lo strumento fondamentale per la politica energetica e ambientale verso la decarbonizzazione. Il Mase conferma, nello specifico, che il nostro progetto è sostenibile, è a quasi zero emissioni ed è parte della politica e transizione energetica nazionale. Si produce combustibile pulito per la mobilità marittima e terrestre e per l’ecosistema adriatico; è green in quanto utilizza solo energia elettrica da fonti rinnovabili ed interpreta il fabbisogno di un territorio a forte vocazione agricola, turistica e industriale, al quale occorre dare finalmente un ruolo strategico. Condivideremo nelle prossime settimane con gli enti e gli imprenditori locali protocolli per la tutela e sviluppo del territorio e siamo già operativi sul fronte delle interlocuzioni con le altre importanti realtà produttive in Val di Sangro per mettere a loro disposizione l’Lng che vogliamo produrre”.Mentre in Romagna per l'ennesima volta si contano i danni e gli stessi balneari, pure quelli vicini al governo  ammettono l'evidenza della gravità della crisi climatica in atto, a Roma governano con il negazionismo scientifico approvando l'ennesimo progetto di estrazione di idrocarburi dal sottosuolo a Bomba.

Tutti gli scienziati implorano da anni di lasciare i giacimenti sotto terra per evitare il collasso del pianeta, anche perché ormai abbiamo tutte le tecnologie per produrre energia pulita e consumarne meno. Appello ignorato dalla Commissione nazionale che tra l'altro si chiama "clima ed energia". Potevano chiamarla "fossile negazionista", sarebbero stati più coerenti.

Nelle osservazioni al progetto avevamo fatto notare, tra l'altro, che bisognava calcolare le emissioni clima-alteranti complessive dell'iniziativa, cioè non limitarsi a considerare solo quelle locali connesse alla costruzione e funzionamento degli impianti ma anche quellemderivanti dall'uso finale del gas estratto, che è il nocciolo della questione dal punto di vista climatico. L'azienda si è ben guardata dal controdedurre questo aspetto centrale. Vedremo quale piroetta avranno usato i cosiddetti tecnici ministeriali per rispondere alla nostra osservazione oppure se anche loro avranno semplicemente sorvolato.

Certo è già surreale che l'estrazione di gas già bocciata dalla Commissione V.I.A. ministeriale nazionale anni fa per gravissimi rischi idrogeologici e sismici ora diventi improvvisamente e magicamente compatibile. Viene da chiedersi cosa sia cambiato, certo non il grado di vulnerabilità sismica e idrogeologico del territorio. Auspichiamo ricorsi a tutti i livelli contro questa decisione.