Atessa si mobilita per salvare l'ospedale San Camillo: pronte 6mila firme

Verso la chiusura il reparto di chirurgia e del blocco operatorio di ortopedia, il Comitato: "Servono perchè produciamo 1/3 del Pil della Regione, nella zona lavorano 20mila persone"

Atessa si mobilita per salvare l'ospedale San Camillo: pronte 6mila firme

IN DIFESA DELL'OSPEDALE. Anche ad Atessa è partita da tempo la mobilitazione per contrastare la riorganizzazione della rete ospedaliera messa in atto dal Governo Chiodi e portata avanti dal centrosinistra guidato da Luciano D'Alfonso che sta incontrando una resistenz molto dura. Il Comitato Spontaneo in Difesa del Territorio di Atessa chiede alla Regione Abruzzo di tornare bloccare il depotenziamento del presidio ospedaliero che prevede la chiusura reparto di chirurgia e del blocco operatorio di ortopedia dell'Ospedale "San Camillo De Lellis" di Atessa.

IL COMITATO: "PRODUCIAMO 1/3 DEL PIL DELL'ABRUZZO". "Atessa - spiegano quelli del Comitato - produce 1/3 del PIL della Regione Abruzzo, nella sua zona industriale lavorano ogni giorno circa 20.000 persone ed è al centro del Sud Abruzzo.
Se dovesse venire meno un presidio ospedaliero nel Nostro Territorio, sarebbe tutta la Regione a perdere in termini di servizi. L'Ospedale di Lanciano - aggiungono -  quello più vicino ad Atessa e alla comunità montana dell'Alto Sangro, è già al collasso (da qualche settimana, ormai, i pazienti muoiono per i corridoi, sulle barelle, perchè i posti letti non bastano). Per non parlare dell'immobile, l'unico, tra ASL della zona, che ha una struttura antisismica regolare. Insomma - concludono gli attivisti - si vuole chiudere un Ospedale Efficiente e di Qualità solo perchè l'Assessore non vuole affrontare i veri problemi della Sanità che riguardano gli sprechi e non premiare le realtà migliori".

LE FIRME RACCOLTE. Nel frattempo sono state raccolte quasi 6000 firme contro il depotenzimento dell'Ospedale "San Camillo De Lellis". Adesso la parola passa al commissario Luciano D'Alfonso che è alle prese con l'altro grossa contestazione, quella sulla Punti Nascite di Atri, Penne, Ortona e Sulmona che verranno chiusi entro ottobre.

Redazione Independent