Approvata la nuova legge urbanistica. Protestano architetti e paesaggisti

Il centrodestra regionale ha varato il nuovo dispositivo che si pone l’obiettivo di evitare un nuovo consumo di suolo. Ma è previsto un aumento della volumetria del 60% per demolizioni e ricostruzione

Approvata la nuova legge urbanistica. Protestano architetti e paesaggisti

La Regione Abruzzo, con il voto contrario delle opposizioni, ha approvato la nuova legge urbanistica. Secondo la maggioranza di destra in Regione la nuova legge che arriva dopo 40 anni dalla vecchia, si pone l’obiettivo di evitare un nuovoconsumo di suolo con un “saldo zero”, da raggiungere entro il 2050. Verrebbe così sancito il principio del contenimento del consumo del suolo in quanto bene comune e risorsa non rinnovabile. Ma se fosse veramente così, perché allora gli ordini degli Architetti, pianificatori, paesaggisti e conservatori di Pescara, di Teramo e dell’Aquila, dichiarano di  dissociarsi  “dal testo di legge portato in approvazione”? Le opposizioni in Regione denunciano intanto che il Governo ha applicato la cosiddetta “ghigliottina” che ha impedito la discussione in Consiglio regionale delle loro proposte. Un punto cardine della critica alla legge, sollevato dai consiglieri Silvio Paolucci, Antonio Blasioli, Dino Pepe, Pierpaolo Pietrucci e Sandro Mariani riguarda la norma, che consente aumenti di volumetria, maggiori dell'attuale nel caso di edifici abbattuti e ricostruiti. Con l'emendamento proposto infatti si puntava a rendere alternativi gli incrementi di volumetria ad oggi in vigore grazie alla modifica della legge regionale n. 49/2012 (decreto sviluppo) avvenuta con la legge regionale 29/2020. Infatti al 60 per cento di aumento di volumetria già possibile, in caso di demolizione e ricostruzione, veniva aggiunto il 10 per cento in caso di ricostruzione in classe energetica A più il 15 per cento in caso di ricostruzione in classe energetica superiore. È evidente che per questi ultimi due incentivi, di fatto si dava lo stesso incremento due volte ed era pertanto necessario quanto meno renderli alternativi. Un altro emendamento del PD, ghigliottinato dalla maggioranza, prevedeva l’inserimento di una fascia di rispetto di 200 metri dal demanio marittimo, in cui non erano applicabili gli aumenti di volumetria.