Ancora un colpo di scena sulla vicenda Filovia

Il Consiglio di Stato dà ragione alla Tua: ripartono i lavori sulla Strada Parco per collegare Pescara con Montesilvano

Ancora un colpo di scena sulla vicenda Filovia

Ancora un ‘colpo di scena’ piomba sulla vicenda della filovia che attraverso la via Castellamare Adriatico, alias “Strada Parco”, dovrebbe collegare Pescara a Montesilvano lungo un tracciato di 8 chilometri. Questa volta è il Consiglio di Stato che ha ribaltato la sentenza del TAR Abruzzo – sez. di Pescara che col pronunciamento del 14 ottobre 2022 aveva bloccato i lavori della filovia dando dato ragione al Comitato di cittadini denominato “Strada Parco Bene Comune”. Dunque, per il momento e se non vi saranno altri colpi di scena la TUA, l’azienda unica di trasporti in Abruzzo può riprendere i lavori sull’ex tracciato ferroviario dismesso dopo la sentenza del Consiglio di Stato di oggi. Ma non è detto che tra ricorsi e controricorsi la vicenda pluridecennale che vede contrapposti cittadini e varie Istituzioni dello Stato, sia giunta al termine. Tutto iniziò con il ricorso presentato contro il provvedimento del il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibile che aveva dato il via libera al passaggio del filobus sulla “ Strada Parco”. Nell’ordine è accaduto questo: dopo che il MIUR, il Ministero per le Infrastrutture,  aveva dato il nulla osta al collegamento tramite filovia tra Pescara e Montesilvano sulla via Castellamare Adriatico, il comitato “Strada Parco Bene Comune”,  aveva presentato ricorso al TAR accolto poi dal Tribunale amministrativo. Contro il pronunciamento del TAR, avevano fatto ricorso al Consiglio di Stato oltre alla TUA, anche le Amministrazioni comunali di Pescara e Montesilvano. Ed infine oggi, con la sentenza del Consiglio di Stato, i lavori della filovia possono ripartire. Naturalmente la notizia della sospensiva è stata accolta con soddisfazione dal Sindaco di Pescara e dal Presidente del Consiglio regionale Lorenzo Sospiri. Mentre per il Comitato “Strada Parco Bene Comune”, quella del Consiglio di Stato è stata “ una ordinanza ‘politica’, assunta nel nome dei cittadini consapevoli di Pescara, umiliati e beffati.