Zagat non molla la poltrona nonostante lo scandalo mare inquinato

"Non mi dimetto. Ho firmato il testo dell'ordinanza il 3 agosto scorso perché mi è stata sottoposta quel giorno". Per Sospiri (FI) il sindaco di Pescara è indifendibile

Zagat non molla la poltrona nonostante lo scandalo mare inquinato

PESCARA: MARCO ALESSANDRINI RESTA DOV'E'. "Non mi dimetto. Ho firmato il testo dell'ordinanza il 3 agosto scorso perché mi è stata sottoposta quel giorno e perché sapevo, con ampia buona fede, che si trattava soltanto di un tecnicismo procedurale, senza riflessi sulla salute pubblica. Oggi comunque non lo rifarei ". Queste le parole del sindaco di Pescara, Marco Alessandrini detto 'Zagat' (in omaggio alla celebre guida di cui è appassionato) durante la conferenza stampa odierna convocata in risposta alle notizie di stampa sulla presunta confessione davanti ai giudici indagano sulla vicenda più puzzolente dell'estate pescarese, ovvero quella dello sversamento in mare di 30mila metri cubi di acque nere a causa della rottura della condotta che porta al depuratore dello 28 luglio scorso.

IL CASO DELL'ORDINANZA RETRODATATA. Come è noto ormai solo il 3 agosto sarebbe stata emessa l'ordinanza di divieto di balneazione, retrodatata al primo e contestualmente revocata attraverso una ulteriore ordinanza. "Abbiamo risolto il problema il giorno dopo il guasto - ha detto il sindaco -. Già il primo agosto il mare era pulito e dunque non ci sono mai stati problemi per la tutela della salute pubblica". Il primo cittadino pescarese, invece, ha sorvolato circa le indiscrezioni relative al mutamento della versione dei fatti fornita in Procura al pm Anna Rita Mantini: inizialmente avrebbe sostenuto di avere firmato l'ordinanza il primo agosto e il giorno successivo, dopo essere stato messo davanti alle conversazioni intercettate dagli inquirenti, avrebbe ammesso di avere firmato l'ordinanza il 3 agosto retrodatandola al primo. "i processi di fanno in tribunale", ha ribadito Alessandrini forse temendo anche un possibile rinvio a giudizio per falso.

OPPOSIZIONI SCATENATE. Da ieri, in realtà da tempo, tutta l'opposizione per la prima volta compatta, sta chiedendo le dimissioni del primo cittadino eletto da un anno e mezzo alla guida della Città di Pescara.  "Sono polemiche volgari e inaccettabili, che investono la mia famiglia e la mia persona. Non c'è nulla di più violento che chiamare in causa persone che non ci sono più e non possono difendersi", così Alessandrini in risposta alle accuse dei grillini che chiamavano in ballo il celebre papà Emilio, ucciso da un commando di Prima Linea a Milano quando lui era soltanto un bambino. Stoccate anche al centrodestra: "Prima di ergersi a moralizzatori pensassero alle secche finanziarie in cui ci hanno lasto e all'inattendibilita' dei bilanci che ci hanno fornito". Vivacissimo nel dibattito il capogruppo Pd Marco Presutti che si è scontrato duramente coi grillini che gli chiedevano come facesse a difendere un sindaco che, a loro avviso, aveva mentito.

SOSPIRI (FI): "E' INDIFENDIBILE". “Nella redazione di un’ordinanza non esistono ‘tecnicismi’: si scrive l’ordinanza e si mette la data del giorno in cui viene scritta, firmata e protocollata, perché le ordinanze non si possono ‘retrodatare’, salvo voler redigere un atto falso. La smettesse il sindaco Alessandrini a propinare improbabili tesi per giustificare una menzogna perpetrata per tre mesi ai cittadini, alle Istituzioni, finanche a un magistrato. Oggi, fra le tante sciocchezze dette in conferenza stampa, non ha pronunciato l’unica parola che la città si attendeva: dimissioni, le sue, quelle del vicesindaco Del Vecchio e, automaticamente, dell’intera giunta e maggioranza di governo. Dimissioni ormai ineluttabili per le quali è già cominciato il conto alla rovescia”. È questo il commento del Capogruppo di Forza Italia alla Regione Abruzzo Lorenzo Sospiri alla conferenza stampa odierna convocata in via d’urgenza dal sindaco Alessandrini.

Redazione Independent