Visti da dentro

Un pomeriggio al batticuore dentro le mura di San Donato. Indimenticabile l'abbraccio tra i bambini e loro padri

Visti da dentro

Entrare lì dentro non è facile, almeno da persone libere. Noi ci riusciamo per audacia e grazie all'intuito fulminante di Maria Lucia Avantaggiato che in due secondi ci squadra, capisce chi siamo e cosa cerchiamo dietro quelle spesse mura. Nulla, o quasi, è così irresistibile che guardare con i propri occhi quel mondo conosciuto come l'abisso, fatto di sbarre di ferro, luci al neon e poliziotti che controllano 24h ogni tuo movimento. "Il carcere - ha scritto Giancarlo De Cataldo, autore del best seller "Romanzo Criminale" - fa questi effetti: lo visiti una, due, dieci volte e ti senti affratellato a quell'umanità dolente che ti scaraventa addosso la sua fame di libertà: vedi uomini e donne che annaspano tra le sbarre e dimentichi che la pena è la logica conseguenza di un delitto". E figuratevi come ci siamo sentiti noi, il (sub)direttore e Abruzzo Independent, alla nostra seconda uscita: l'impatto è stato devastante, ma era anche quello che speravamo di trovare. 

LA FESTA DEI BAMBINI - Lo Stato italiano dovrebbe essere orgoglioso di avere al proprio servizio gente come Maria Lucia Avantaggiato e Franco Pettinelli, l'altro direttore della casa circondariale "San Donato" di Pescara. Queste due persone, senza poter contare sull'aiuto economico delle Istituzioni ma solo sulla loro sensibilità, hanno organizzato per il secondo anno "La Festa del Bambino": un momento dedicato alle famiglie dei detenuti, alternativo al triste spazio della sala colloqui. Ad allietare questo surreale pomeriggio c'erano le espressioni migliori del mondo del volontariato locale (Telefono Azzurro, Caritas e Coop Abruzzo), oltre alle deliziose clown dell'associazione WillClown, il mitico mago Ares, gli artisti strampalati del Circo della Luna e l'animatrice Chiara Zappacosta. Hanno contribuito anche gli studenti dell'Istituto Alberghiero "De Cecco", coi manicaretti sapientemente preparati per l'evento. 

IL MOMENTO PIU' TOCCANTE - Vedere lo sguardo dei bambini e delle bambine cercare quello dei padri - guidati alla spicciolata dentro la sala teatro del carcere - ci ha letteralmente tolto il fiato. Non ci vergognamo: "stay human" ("restiamo umani", diceva l'attivista italiano ucciso in Palestina, Vittorio Arrigoni) e noi abbiamo dovuto fare uno sforzo impressionante per trattenere le lacrime quando c'è stato quell'abbraccio tra padri e bambini. Difficile descrivere quegli attimi di amore trasparente, quei sorrisi complici, quei baci rubati, quelle tenerezze che non penseresti mai di vedere in un posto del genere. Impensabile immaginare uomini duri, con un passato violento, sciogliersi come neve al sole davanti al calore disarmante della propria bambina. Sono momenti come questi che rendono sensata l'esistenza e che credere nella cosa che ami di più al mondo sia la soluzione per ogni male. John Lennon, non uno qualunque, diceva: "Love is the answer". In certi casi non c'è bisogno di riflettere, ma solo sentire col cuore mentre intorno a te il tempo scorre velocemente, maledettamente troppo velocemente. Come succede nei sogni più belli una voce fuori dal campo ci ha risvegliato, annunciando agli ospiti che i papà dovevano tornare a casa. La festa era finita. Tutti quelli che potevano si sono avviati verso l'uscita, gli altri sono rimasti dove dovevano. Dice Adriano Sofri, uno che di prigioni se ne intende: "I decenni volano, sono certi pomeriggi e notti che non passano mai" .

Il (sub)direttore